“1960” DI GABRIELE SALVATORES

Magia e Nostalgia. La storia di un bambino che voleva fare il mago ed è diventato regista

Venezia 67. Fuori Concorso
Estate 1959. Gente felice al mare. La voce di un adulto rievoca quei giorni, di quando era piccolo. Il ricordo di quella estate è ancora vivo nella sua memoria: è stata l’ultima che ha trascorso insieme al fratello Rosario, prima che quest’ultimo partisse per il nord, destinazione Milano.

Da questo momento a tenere uniti i due fratelli sono le lettere che Rosario manda da quella grande città, così lontana. Racconta della sua nuova vita, della libertà che ha conquistato, degli amici con cui trascorre il suo tempo, scrive di un mondo magico, fatato dove ognuno ottiene ciò che desidera.
Ma sono quelle stesse lettere a mettere in allarme la famiglia: Rosario da quando è a Milano si è trasformato in un ribelle, ha perfino dimenticato la promessa di matrimonio fatta a Rosalba, una ragazza del suo paese che lo ama. I genitori capiscono che bisogna fare qualcosa e allora decidono di partire per riportare il figlio a casa. Inizia un lungo viaggio alla ricerca di Rosario che porterà questa famiglia ad attraversare tutta l’Italia ed a scoprire un paese che, trascinato dal boom economico, sta cambiando sotto i loro occhi.

Il viaggio di questa famiglia attraversa l’italia, dal sogno scandito dalle contraddizioni di Napoli, dove al bar lavorano bambini, apprendisti barman, di 9 anni, alla Roma delle Olimpiadi e di via Veneto, dove bastava il passo elegante di una ragazza (quel passo che solo le ragazze degli anni 60 sapevano falcare) a far voltare la testa agli uomini, al mito romanzato della straniera e della riviera romagnola. Fino ad arrivare a Milano, da Rosario, dove scopriranno la verità su di lui.

Fuori Concorso alla 67. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica Gabriere Salvatores dirige (Giuseppe Cederna legge) un anno di storia: il 1960!
1960 è più di un documentario. Realizzato utilizzando materiale delle Teche Rai, Gabriele Salvatores ha tinto di fresca e dolce nostalgia un periodo unico, dal boom economico, all’emigrazione, alla televisione e al cinema.
‘Il montaggio cinematografico – spiega ancora Salvatores – puo’ riscrivere radicalmente la storia di un film. In generale, puo’ modificare o riscrivere anche la storia degli anni che abbiamo vissuto. Partendo da queste riflessioni abbiamo provato a costruire una storia inventata con le immagini reali della televisione del 1960”.

Non è nemmeno un affresco storico. Il montaggio di questo lavoro di Salvatores appassiona, fa sorridere, commuovere, perché è la persona, uomo, donna o bambino, è il viso, lo sguardo, le mani, sono Celentano e Mina, Mastroianni e Sordi, è la Cinquecento, è il sogno che divengono protagonisti.
Salvatores ha raccontato l’Italia attraverso la fiction visiva, si è servito del materiale di repertorio girato da altri per realizzare una sua magia, per parlare di sé stesso.

Ad aiutarlo in questo progetto sono accorsi il giornalista Michele Astori e il montatore di tutti i suoi film Massimo Fiocchi.
”Piu’ che un documentario sembra un film fatto di sogni e ricordi. Vorremmo ringraziare tutti i giornalisti e gli operatori cinematografici che ci hanno fornito inconsapevolmente le loro immagini, a cui abbiamo cercato di dare nuova vita e nuovi significati. Immagini bellissime. Non e’ un caso che il 1960 sia stato anche un anno eccezionale per il cinema italiano” ha dichiarato Salvatores.

1960, avrà un privilegio: quello di poter essere visto da un pubblico più vasto, infatti andrà in onda su Rai3 ad Ottobre dopo la trasmissione Che tempo che fa?
Salvatore ha realizzato un’opera, una piccola perla luminosa, con immagini in bianco e nero che evocano ancor di più un sentimentalismo reale, assolutamente non sdolcinato, ed è qui che sta la preziosità di 1960.
1960 è la storia di un bambino che voleva fare il mago ed è diventato regista.