Venezia 67. Concorso
Spagna, 1937. Infuria la guerra civile. Nell’ultimo strenuo tentativo di difendere lo Stato dai nazionalisti, le truppe repubblicane assoldano chiunque sia in grado di imbracciare un’arma. Civili, ragazzi, lavoratori. E clown. Così, nello spazio di pochissimo tempo, il piccolo Javier vede reclutare, soccombere e incarcerare suo padre, pagliaccio da generazioni. Un duro colpo che – in un sol tempo – ruba al giovane l’infanzia e quella predisposizione alla risata che lo relegheranno per sempre nel ruolo del comprimario, del clown triste. 1973, il clima repressivo e depresso del paese si riflette sull’antagonismo e sulla rivalità tra due pagliacci. Javier, ormai grande, e Sergio, un clown di successo alcolista e violento, entrambi alla ricerca dell’amore di una giovane e ambigua acrobata, ma disadattati e ormai impermeabili alla vita.
Sangue e vendetta, realtà e illusione, vittime e carnefici. Balada triste de trompeta porta con sé l’urgenza della memoria e il calcolo razionale della metafora. De La Iglesia si sfoga, ripropone una pagina terribile della vicenda del suo paese e non lesina su simbolismi e riferimenti metastorici, cercando di aggiungere quel tocco visionario e quella cupezza grottesca che sono cifra stilistica del suo cinema. Ma l’equilibrio tra registri è presto scomposto, la macabra ironia cede troppe volte il passo al crudo cinismo e i personaggi, sanguinari e artefatti, sembrano vivere sullo schermo per loro stessi, invece che incarnare quella metafora tanto esplicita quanto meccanica.
Il regista spagnolo si chiede quale sia il vero circo, se quello fatto di pagliacci, elefanti e acrobate o quello fatto di caudillos, generali e polizia di regime. La risposta è scontata, ed è scritta col sangue sui volti dei protagonisti, maschere senza speranza di un popolo distrutto dalla dittatura. Le mutilazioni fisiche sono però l’espressione esteriore di un dramma dell’anima che perde la sua valenza universale schiacciato dall’attenzione esasperata nel creare simboli piuttosto che stimolare emozioni.
Un grande spettacolo per gli occhi dunque, che però fatica ad arrivare al cuore; del resto, in un clima drammatico e lacerante, in un mondo di ossessioni e tristezza, anche all’amore sembra esserci una sola risposta, la violenza.
Titolo originale: Balada triste de trompeta – The last circus
Nazione: Spagna, Francia
Anno: 2010
Genere: Drammatico
Durata: 107′
Regia: Alex De La Iglesia
Sito ufficiale: www.baladatristedetrompeta.com
Cast: Carolina Bang, Santiago Segura, Antonio de la Torre, Fernando Guillen-Cuervo
Produzione: Motion Investment Group, Canal+ España, Castafiore Films, La Fabrique 2, Televisión Española, Tornasol Films
Distribuzione: Mikado
Data di uscita: Venezia 2010
08 Aprile 2011 (cinema)