“Basta che funzioni” di Woody Allen

Una commedia che funziona davvero!

Boris è un sessantenne misantropo, genio della meccanica quantistica, ateo e depresso, con alle spalle un matrimonio fallito e un tentato suicidio che l’ha lasciato claudicante. Disserta con gli amici del bar delle miserie e degli inutili affanni dell’uomo moderno che alla fine, inevitabilmente, sempre in una cassetta dovrà finire. Abbandonato il mondo accademico, in cui era in odore di Nobel, ora strapazza creaturine indifese a cui da lezione di scacchi, mentre le sue notti sono funestate da attacchi di panico e da crisi d’ipocondria.

Un giorno, nella sua vita si affaccia Melody, giovane miss qualcosa, fuggita dalla famiglia e dal Mississipi. Una graziosa anima bionda un po’ ignorante, ingenua, credulona e bisognosa di protezione. Chiede a Boris ospitalità per una notte e per casualità le strade di due individui così diversi s’incontrano generando un po’ di felicità. Ma non è tutto, perché nella storia faranno ingresso altri personaggi per un intreccio di combinazioni ardite… E alla fine, l’unica cosa certa sarà che nessuno resterà solo.

Senza giudizi e pregiudizi; se funziona va bene così. Woody Allen abbandonati i set in Europa, ritorna a Manhattan per ambientare una ronde in cui la casualità rimescola le vite e le felicità dei suoi personaggi. Quella stessa casualità che salva (o condanna fino alla morte) Chris, il protagonista di Match point, ora viene declinata in chiave più ottimistica, ma senza esagerare perché per Allen “il mondo è un luogo assolutamente indifferente, insignificante e violento”.

Sopravvivere e cercare di essere felici per contrastare la natura matrigna, ma le strategie e la volontà hanno un potere di incidenza minima, perché la felicità si regge su una elevata dose di fortuna, che occorre saper cogliere e saper riconoscere: un incontro, per quanto bizzarro possa sembrare, può essere un’inaspettata occasione d’amore. Nulla è eterno e difficilmente si torna indietro; è la legge dell’entropia che, per Melody, “è quella cosa per cui non si riesce a rimettere il dentifricio nel tubo”.

Dopo il minore Vicky Cristina Barcelona, Woody Allen ritorna con una felice commedia.
Incalzante di battute dal retrogusto amaro, mette a nudo, con precisione, i mostri del nostro tempo, senza salvare nessuno, esaurendo l’elenco con la noncuranza di chi ha attraversato diverse stagioni e ha affinato il modo per colpire nel segno; e per evitare che a qualcuno possa sfuggire qualcosa, crea degli intermezzi in cui il protagonista si rivolge direttamente a noi, spettatori.

Una raffinata sceneggiatura, dal ritmo teatrale che nasce dalla parola, sebbene questa volta la macchina da presa sia portata ad una maggiore frammentazione della scena, e supportata da un ottimo cast in cui spicca la bravura dell’insopportabile Larry Davis, un po’ alterego di Woody, della Nata ieri Evan Rachel Wood e di Particia Clarkson, madre timorata che si trasforma, secondo la definizione di Boris, in una “brillante primitiva”.
Per 92 minuti sembra proprio di essere ritornati a casa!

Titolo originale: Whatever Works
Nazione: U.S.A., Francia
Anno: 2009
Genere: Commedia
Durata: 92′
Regia: Woody Allen
Sito ufficiale: www.sonyclassics.com/whateverworks
Cast: Larry David, Adam Brooks, Lyle Kanouse, Patricia Clarkson, Evan Rachel Wood, Michael McKean, Clifford Lee Dickson, Yolonda Ross, Carolyn McCormick, Henry Cavill, Ed Begley Jr., Steve Antonucci, John Gallagher Jr., Nicole Patrick
Produzione: Gravier Productions, Perdido Productions, Wild Bunch
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: 18 Settembre 2009 (cinema)