“Cose nostre – Malavita” di Luc Besson

Una famiglia, due culture

Una black commedy con un cast stellare che cerca di rispondere a una domanda non proprio esistenziale: può un uomo che ha costruito la propria vita sulla violenza tornare a vivere una vita normale?

La famiglia italo-americana di un boss mafioso pentito viene inserita sotto la tutela del Programma Protezione Testimoni e nascosta in una tranquilla cittadina francese. La famiglia però non riesce ad abbandonare del tutto le proprie abitudini e ad inserirsi nella nuova comunità senza continuare a gestire i problemi “a modo proprio”.

Come spesso accade, il titolo italiano, Cose Nostre – Malavita, è fuorviante: di primo acchito può far pensare a un banale gangster-movie americano, o peggio ancora al tentativo di rappresentare sotto questo genere la mafia italiana. Questo film di Luc Besson è invece un vero gioiellino di comicità fondato sullo scontro tra due diverse culture, quella “rozza” americana e quella altrettanto “rozza” della provincia francese. Luc Besson è un regista che si trova esattamente nel mezzo di queste due: di origine francese, nato in un paesino simile a quello dove si svolge Cose Nostre, ha raggiunto la consacrazione negli Stati Uniti dove ora vive. La sua esperienza esistenziale si è unita a quella registica, saldata su thriller come Léon o Il Quinto Elemento, per la creazione di un film che coglie nel segno riuscendo a gestire il giusto mix di suspence e comicità, senza mai sbilanciarsi verso l’una o verso l’altra. Il lavoro di Luc Besson è stato reso piuttosto semplice in realtà da quello di Tonino Benacquista, autore del romanzo dal quale è tratto il film, scrittore e sceneggiatore italo-francese.

Cose Nostre è infatti una commedia giocata soprattutto sulle incomprensioni nazionali tra Francia e Stati Uniti dove entrambe le nazionalità vengono estremizzate senza però mai scadere nella loro esasperata caricatura. Per riuscire a realizzare questo l’aiuto fondamentale alla sceneggiatura arriva dagli interpreti: un Robert De Niro eccezionale che oltrepassa la già brillante prova di Un Boss Sotto Stress evitando di replicare quello stesso personaggio e una grandissima e splendida Michelle Pfeiffer che rimescola i ruoli da donna del gangster (Scarface) aggiungendogli quei toni ironici e al tempo stesso dark che mostrò di possedere in Le Streghe Di Eastwick e nel recente Dark Shadows di Tim Burton. Attorno a loro ruotano due promettenti giovani, Dianna Agron e John D’Leo, e la grande certezza di Tommy Lee Jones che con la sua durezza dà una sostanza fondamentale alla parte più thriller del film.

Personaggi duri che scatenano una irrefrenabile comicità nel contesto in cui si trovano costretti a stare, quello di una vita normale appunto: la loro reazione alle abitudini francesi, un ambiente radicalmente diverso da quello in cui i protagonisti si sono formati e per questo in grado di disorientarli nelle loro espressioni quotidiane, il modo in cui tentano tenacemente di adattarsi ad esso e il loro esilarante fallimento nel realizzare questo tentativo.
Non è un caso che compaia il nome di Martin Scorsese tra i produttori di questo film: lui che ha fatto la storia del genere criminale, si lascia andare a una visione ironica di un mondo crudo e spietato dal quale però si dimostra possibile trarre anche qualche sana risata che riesca, senza sdrammatizzarlo, a renderlo più umano.

Titolo originale: The Family
Nazione: U.S.A., Francia
Anno: 2013
Genere: Thriller, Commedia
Durata: 111′
Regia: Luc Besson

Cast: Robert De Niro, Michelle Pfeiffer, Tommy Lee Jones, Dianna Agron, Dominic Chianese, John D’Leo, Vincent Pastore
Produzione: EuropaCorp, Malavita, Relativity Media
Distribuzione: Eagle Pictures
Data di uscita: 17 Ottobre 2013 (cinema)