Anche se le canzoni del CD singolo non forniscono un quadro chiaro dello stile musicale che Hisaishi potrebbe prescegliere per Ponyo, il resto dell’Image Album presenta tuttavia un sistema musicale che è decisamente più promettente e rilevante.
La seconda composizione del disco, Sango tou (“Una torre di corallo”) è evidente prova di ciò. In essa, Hisaishi ricomincia un discorso sinfonico iniziato con Il castello errante di Howl, nel senso in cui egli ritorna ad un linguaggio musicale che combina un raffinato lavoro di orchestrazione con una serie di riferimenti a compositori del tardo Romanticismo o del primo Novecento: non mera deriva verso uno stile banalmente “hollywoodiano”, ma profondo studio di un momento essenziale della musica occidentale combinato alla preservazione di caratteristiche personali e spiccatamente giapponesi. È particolarmente originale, per esempio, il progressivo incremento della “distanza” che separa i suoni degli archi acuti da quelli gravi nella prima sezione di “Una torre di corallo”, mentre un’arpa e una celesta (assieme ad altri archi) disegnano una trama di arpeggi: la classica orchestrazione che significa “ambiente acquatico” sin dal brano L’Acquario da Il Carnevale degli Animali (1886) di Camille Saint-Saëns. L’effetto di “distanza”, nella partitura di Hisaishi, aggiunge al modello canonico una sensazione di “crescente profondità”, che potrebbe effettivamente ben commentare uno storyboard di Miyazaki apparso in un documentario andato in onda in Giappone nel marzo 2007: il titolo del film appare su un’immagine del mare calmo illuminato dalla luna piena, poi la “macchina da presa” si tuffa nell’acqua, andando sempre più giù, mente mostra pesci, una balena ed un gruppo di piccole meduse. In realtà, “Una torre di corallo” è l’unico brano dell’Image Album a presentare già le tipiche idiosincrasie di un frammento di colonna sonora. Non ha infatti una struttura formale, ma è suddiviso in quattro sezioni che non condividono materiale tematico, proprio come quattro commenti ai diversi eventi di una sequenza cinematografica. Ciò che unifica basilarmente il pezzo è il suono della celesta, uno strumento che ha fatto la sua prima importante apparizione nel repertorio di Hisaishi grazie a Sofi no ashita (“Il domani di Sophie”) dall’Image Album di Il castello errante di Howl. La seconda sezione di “Una torre di corallo”, con la celesta che suona su un “tappeto” di archi in pizzicato, sembra precisamente una citazione di quella composizione del 2004. Sempre alla celesta è affidata la conclusione del pezzo, introducendo gentilmente il tema di Ponyo (che poi è ripreso degli archi). Forse quel momento musicale accompagnerà la prima apparizione della protagonista sullo schermo, quando il film sarà completo.
Ponyo kuru (“Ponyo arriva”), che segue “Una torre di corallo”, ha invece una struttura più definita: è tripartito, con la prima sezione ripresa alla fine, secondo il classico modello “parte A – parte B – parte A”. Si tratta sostanzialmente di un brano sinfonico per pianoforte e orchestra, basato su una melodia ritmica fatta di note ripetute accompagnate da accordi percussivi. Può essere descritto come uno studio in stile concertante, con un tema incisivo e chiaro. L’armonia è similarmente semplice, così come nel resto dell’Image Album: Hisaishi sembra aver parzialmente abbandonato i virtuosismi armonici di Il castello errante di Howl a favore di un linguaggio meno problematico, che non è tuttavia mai banale, adattandosi bene al tempo stesso ad un film che racconterà una storia di bambini. Nonostante ciò, rimane spazio per occasionali ed eleganti audacie, come l’apparizione del clarinetto, poco prima della ripresa, che suona il tema principale nell’eccentrica tonalità di mi bemolle minore, decisamente distante dal fa maggiore che aveva aperto il pezzo.
Umi no okasan (“Madre del mare”) è un altro brano concertante, dominato da un assolo di viola affidato a Yasushi Toyoshima. Hisaishi, maestro di melodie lunghe e sentimentali sin da Tenkû no shiro Rapyuta (Laputa castello nel cielo, 1986), costruisce qui qualcosa che può essere paragonato ad una romanza per solista e orchestra del tardo XIX secolo, pur con uno schema armonico non ortodosso, visto che la composizione inizia in la maggiore ma finisce in si bemolle maggiore. La musica presenta un umore elegiaco, associato ad un velo di sottile tristezza: un clima che “Una torre di corallo” aveva già parzialmente annunciato e che dunque sembra essere un’importante caratteristica di questo Image Album. Sarà probabilmente anche un elemento sostanziale del film di Miyazaki.
Il pezzo successivo, Imouto-tachi (“Sorelle minori”), è in un certo senso una sorpresa. Esso introduce un tipo di sonorità che appare nuovo per Hisaishi, mentre si espone un’idea musicale lineare ma piena di spirito. Per questo, “Sorelle minori” sembra essere la prima opera dell’Album che realmente definisce un mondo musicale non confondibile con quelli di precedenti film di Miyazaki. Il pezzo è basato su un testo dello stesso regista, cantato da un coro giapponese di voci bianche, Little Carol. Un melodia diretta, in mi maggiore, è supportata da un accompagnamento ritmico basato sull’intervallo di terza maggiore, e colorata da un uso discreto di suoni elettronici. La manipolazione sintetica del suono è particolarmente evidente in una serie di episodi in cui Hisaishi modifica le voci dei bambini con un effetto acustico che crea la sensazione di una sorta di eco distante. L’umore divertito e brillante della composizione è sottolineato da una strana sensazione di mescolanza interculturale, proprio come nel “Tema di Fujimoto”: è possibile trovare indizi relativi al mondo latino (un episodio è quasi una bachata, e una melodia del flauto ricorda vagamente il Bolero di Maurice Ravel), mentre il canto dei bambini ha in sé qualcosa di africano. Ci sono naturalmente anche tocchi giapponesi, come l’improvvisa transizione in quarte parallele che precede la riapparizione del tema principale.
Dopo il “Tema di Fujimoto” il CD presenta un nuovo brano sinfonico. Hakkou singou (“Un segnale luminoso”) è un’altra composizione malinconica, in apparenza influenzata dalla partitura per Il castello errante di Howl. I riferimenti principali sono “Il domani di Sophie”, di nuovo, e la variazione sul valzer Jinsei no Merry-go-round (“La giostra della vita”) che compare nella colonna sonora e che è intitolata Hanazono (“Il giardino fiorito”). Tali reminiscenze si limitano tuttavia alla sola prima parte del lungo tema che, volendo continuare a cercare paragoni, potrebbe essere genericamente descritto come un incontro virtuoso tra Moon river da Colazione da Tiffany (Breakfast at Tiffany’s, Blake Edwards, 1961) e la Ninna nanna di Johannes Brahms. La consueta struttura formale A-B-A cita qui con più evidenza la tradizione classica, poiché “B” contiene dei materiali che potrebbero essere considerati uno sviluppo di ciò che appare in “A”. Il riferimento diretto è la forma sonata settecentesca e ottocntesca, con la sua successione di esposizione (A), sviluppo (B) e ripresa (A). Un assolo di celesta chiude la composizione, provando ancora una volta che questo strumento è diventato per Hisaishi il cantore prediletto di atmosfere tristi e romantiche.
Ponyo no komori-uta (“La ninna-nanna di Ponyo”) è un pezzo breve e aggraziato, scritto per il classico trio cameristico: violino, violoncello e pianoforte. Gli strumenti accompagnano la voce di Nozomi Ohashi, cui è affidata una melodia infantile ricca di pause. Diversamente, Hontou no kimochi (“Un sincero sentimento”) è una ballata nostalgica cantata da Fujioka Fujimaki. La presenza del suono della chitarra, assieme ad alcuni elementi dell’arrangiamento, regalano alla canzone uno strano gusto folk, inequivocabilmente occidentale, ampliando così il bizzarro panorama etnico dell’Album.
Per il pezzo conclusivo, Himawari no ie no rinbu-kyoku (“Il rondò della casa del girasole”) Hisaishi ha ideato una canzone sentimentale per orchestra e voce femminile. E questa voce è quella di Mai, ovvero la figlia di Hisaishi, che riappare in una partitura ispirata dall’arte di Miyazaki dopo il suo debutto del 1984 in Kaze no Tani no Naushika (Nausicaä della Valle del vento): era la bambina che cantava in Ohmu to no kouryuu (“Incontro con gli Ohmu”). Forse la presenza della figlia del compositore è in qualche modo collegata al fatto che il film di Miyazaki si baserà su parole chiave come “padre” e “madre”; ad ogni modo, la sua interpretazione della canzone è di particolare bellezza. Ancora una volta, la musica consegna all’ascoltatore alcune memorie di Il castello errante di Howl, visto che la melodia ricorda quella della canzone Sekai no yakusoku (“La promessa del mondo”) di Youmi Kimura. Come commento ai titoli di coda, “Il rondò della casa del girasole” sarebbe stata parimenti perfetta, ma si sa già che non sarà quello il suo ruolo. È invece probabile che essa sarà in qualche maniera associata ad un luogo che apparirà nel film di Miyazaki, “L’asilo del girasole”.
Concludendo, l’Image Album di Gake no ue no Ponyo pone una sere di buone premesse per una nuova colonna sonora di valore. Si tratta sicuramente di uno degli Image Album più eterogenei di Hisaishi, presentando una grande quantità di stili differenti che, per il momento, sono unificati solo da due chiare tendenze: una verso un aperto sentimentalismo ed una sottile tristezza, l’altra indulgente in serena e frenetica felicità infantile. Ma si sa che il film di Miyazaki offrirà agli spettatori anche diversi panorami emotivi: una drammatica sequenza con uno tsunami è già stata annunciata. Miyazaki è stato ripreso mentre disegnava bozzetti per la tempesta, intento a canticchiare al contempo la Cavalcata delle Valchirie di Richard Wagner. Forse il regista era ironico, visto che nel suo acquerello chi cavalcava (una balena nel mare in burrasca) era proprio Ponyo. In ogni caso, non ci sono tracce di musica eroica o lontanamente wagneriana nell’Image Album. Per questo diventa sensato aspettarsi ulteriori novità dalla colonna sonora: si ha oggi la sensazione che il nucleo profondo dell’universo musicale di Gake no ue no Ponyo sia ancora in attesa di essere rivelato. (2 – fine)
Una versione in inglese dell’articolo (comprensiva di prima e seconda parte) è stata pubblicata dal sito GhibliWorld.com
La pagina dedicata al film nel sito dello Studio Ghibli;
il sito ufficiale di Joe Hisaishi