“Gravity” di Alfonso Cuarón

Azione e reazione

Fuori Concorso – Film d’Apertura Venezia 70.
Nello spazio nessuno può sentirti urlare. Ma non è un micidiale alieno a minacciare il capitano Matt Kovalsky (George Clooney) e la dottoressa Ryan Stone (Sandra Bullock). Uno sciame di detriti investe lo shuttle su cui stanno lavorando i due astronauti e il loro equipaggio. Quella che sembrava una missione di routine, si trasforma presto in un incubo claustrofobico. Lamiere e bulloni sparati alla velocità di un proiettile distruggono tutto quello che trovano sulla loro orbita. L’esperto Kovalsky cerca di mantenere la calma, ma la dottoressa Stone è già alla deriva, slegata dal cavo di sicurezza appena reciso. All’improvviso, due minuscole particelle si trovano al cospetto dell’Universo. Per salvarsi dovranno fare affidamento a tutte le loro risorse, iniziando a fare i conti con loro stessi prima che con il buio più profondo.

Lo spazio, non luogo di fascinazione e timori ancestrali come specchio dell’anima. E’ questa la metafora su cui puntano Alfonso e Jonas Cuarón, padre e figlio, scrivendo il thriller ad atmosfera zero teso e compatto che non avrebbe potuto aprire in modo migliore la 70. Mostra del Cinema di Venezia. Blockbuster raffinato o film d’autore per tutti, Gravity incolla letteralmente lo spettatore alla poltrona con un lughissimo e vividamente impressivo piano sequenza iniziale. In controtendenza con un certa Hollywood ipertrofica poi, il regista messicano asciuga all’essenziale una storia che avrebbe certamente perso parte della sua forza se dilatata in modo eccessivo.

Azione e riflessione – così come il principio fisico di azione e reazione che regola il movimento nello spazio – viaggiano su binari paralleli influenzati da forze contrastanti: vita e morte, Terra e infinito. Cuarón porta all’estremo la situazione di difficoltà in cui versano i protagonisti e in principal modo Ryan, una sobria ed efficace Sandra Bullock, dottoressa tanto geniale sul lavoro quanto disadattata nella vita di tutti i giorni. L’ambiente ostile e senza gravità è lo scenario perfetto per regolare i conti con la propria esistenza, apparentemente impotenti davanti a forze così impari. Ma è proprio qui che invece interviene la capacità positiva dell’uomo, l’istinto di sopravvivenza che ha la meglio solo se supportato da cuore e cervello (e una buona dose di fortuna).

Uno spettacolare 3D (il film è disponibile anche in IMAX) regala immagini sontuose e, anche grazie alla splendida fotografia di Emmanuel Lubezki, coinvolgenti. Le tecnologie all’avanguardia usate per integrare live action e CGI si mettono al servizio della storia, senza invadere la scena e prendere il sopravvento sui contenuti. Anche se, avvicinandosi all’epilogo, il sottotesto metaforico si fa sempre più esplicito, e il viaggio interiore della protagonista finisce icredibilmente col collimare – con le debite proprozioni – con quello spaziale, Gravity costruisce con paziena l’impatto emotivo con lo spettatore, resistendo ai cliché del genere senza dissolversi nell’atmosfera contaminata della sala cinematografica.

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Titolo originale: Gravity
Nazione: U.S.A.
Anno: 2012
Genere: Fantascienza, Thriller
Durata: 90′
Regia: Alfonso Cuarón
Sito ufficiale: gravitymovie.warnerbros.com
Sito italiano: wwws.warnerbros.it/gravity
Social network: facebook
Cast: Sandra Bullock, George Clooney
Produzione: Warner Bros. Pictures
Distribuzione:
Data di uscita: 03 Ottobre 2013 (cinema)