Fuori concorso
Dilip Singh è uno studente di legge un po’ avanti con gli anni: ne ha già ventotto, ma questo non sembra turbarlo particolarmente. Timido e occhialuto, si reca in Rajahstan per proseguire i suoi studi. Al primo incontro con i suoi futuri colleghi all’università, si ritrova malmenato e rinchiuso in uno sgabuzzino con una donna nuda, che si scoprirà poi essere Anuja, una professoressa universitaria.
L’esperienza traumatica avvia una sottile empatia fra i due, mentre si dipana una complicata storia di politica tra violenze studentesche, brogli elettoriali ed omicidi a catena.
Occorrerebbe certo essere più attenti conoscitori del cinema indiano, ed in particolare di quello di Anurag Kashyap, per poter emettere un verdetto definitivo su Gulaal, presentato Fuori Concorso a Venezia. Il film ha dalla sua una serie di apprezzabili scelte dal punto di vista del cast e delle professionalità “tecniche”, nell’ambito della fotografia e del montaggio. Ma allo spettatore occidentale risulta ineluttabilmente difficile entrare in sintonia con una storia corale che oscilla continuamente tra noir a sfondo universitario e film di mafia, alla narrazione del quale contribuiscono peraltro una serie di canzoni di scaltra melodicità, ma che paiono integrarsi difficlmente con il turbinare degli eventi criminosi.
Si può forse ravvisare in Gulaal un tentativo di trasportare alcuni tratti di Tarantino e di Scorsese nel multiforme cinema indiano: l’esperimento, tuttavia, non sembra avere esito felice, producendo infine un film visivamente aggressivo ma sostanzialmente confuso nell’esposizione degli eventi e nella caratterizzazione dei personaggi.
Titolo originale: Gulaal
Nazione: India
Anno: 2009
Genere: musical/drammatico
Durata: 140′
Regia: Anurag Kashyap
Cast: Raj Singh Chaudhry, Jesse Randhawa, Kay Kay Menon