La città di New York ha due eroi, i detective Danson e Highsmith, che con i loro metodi steroidei e fracassoni infiammano ed esaltano la cittadinanza. E non importa se alla fin della fiera hanno distrutto due isolati per catturare una ghenga di piccoli spacciatori di marjiuana: rimangono comunque il meglio del meglio della polizia newyorchese, la sublimazione della coolness eroica e ignorante.
La stessa cosa non si può certo dire di Allen Gamble e Terry Hoitz, poliziotti sullo sfondo, partner inchiodati a un frustrante lavoro di scrivania; l’uno (Allen) per scelta, indole ed evidenti limiti, l’altro (Terry), con suo sommo disdoro, costretto alla non azione da uno sfortunato incidente in servizio. Quest’ultimo vede un flebile spiraglio di speranza quando Danson e Highsmith periscono eroicamente (allarme sarcasmo) in azione, lasciando un vuoto di machismo che Terry fa di tutto per riempire insieme al poco entusiasta partner. Ma i perdenti difficilmente assurgono al ruolo di eroi seguendo i binari canonici e così, al posto di adrenalinici inseguimenti su stilose decappottabili e sparatorie urbane, i due battono le strade del crimine finanziario a bordo di una macchina ibrida.
L’ennesima rivincita degli sfigati, questa volta nelle mani della coppia di lungo corso Adam McKay/Will Ferrell (Fratellastri a 40 anni, Anchorman, Ricky Bobby: La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno), va a colpire lo stereotipo del poliziotto testosteronico e d’azione, che con sbruffoneria si crede darwinianamente superiore al collega burocrate e per niente cowboy, felice di contribuire alla causa seduto a una scrivania di fronte a un computer. E che, certamente, per dimostrarsi alla pari dovrà entrare nel vortice di un’azione scriteriata mantenendo, però, la propria dignitosa identità. Tutto molto lineare, tutto molto politicamente corretto.
Il film parte in maniera esplosiva: la coppia Danson/Highsmith, interpretata da Dwayne “The Rock” Johnson e Samuel L. Jackson, spacca lo schermo a metà nei primi venti roboanti, divertenti e promettenti minuti. Quindi – senza nemmeno la scusa di un minutaggio eccessivamente sbrodolato, à là Funny People per intenderci – la narrazione si trascina abbastanza stancamente seguendo la coppia Ferrell/Wahlberg barcamenarsi nel tentativo di (ri)guadagnare il rispetto dei loro pari.
Qualche battuta funziona, qualche personaggio è azzeccato (su tutti: il capitano Gene di Michael Keaton, incastrato in un doppio lavoro per pagare l’università al figlio), ma nel complesso Poliziotti di riserva è un corpo cinematografico estraneo, senza coesione nè ritmo, un’operazione strana, non riuscita, slegata e soprattutto improbabilmente noiosa per essere una action comedy. Se veramente volete vedere la coppia McKay/Ferrell (dal pedigree comico, peraltro, insospettabilmente lussuoso) dare il meglio di sè, fate in modo di recuperare la serie Tv Eastbound & Down (trasmessa da Hbo) dove i due, in veste di produttori, non lesinano su esilaranti scorrettezze, ritmo furioso, scrittura brillante e personaggi memorabili.
Titolo Originale: The Other Guys
Regia: Adam McKay
Produzione: Adam McKay, Will Ferrell, Jimmy Miller, Patrick Crowley
Sceneggiatura: Chris Henchy, Adam McKay
Cast: Will Ferrell, Mark Wahlberg, Eva Mendes, Samuel L. Jackson, Dwayne Johnson, Steve Coogan, Michael Keaton
Musica: Jon Brion
Fotografia: Oliver Wood
Montaggio: Brent White
Durata: 107 min
Nazione: Stati Uniti