Al Teatro Comunale di Treviso arriva la commedia shakespeariana diretta da Luca De Fusco.
Sei prismi con facce formate da specchi alti fino alla sommità della scena, annunciano, sin dall’apertura del sipario, l’originalità con la quale viene rappresentata la celeberrima opera del drammaturgo inglese; i movimenti degli attori si perdono tra i corridoi creati dai monumentali prismi mobili e ne scaturisce un interessante gioco di fughe ed apparizioni.
Porzia, a causa del testamento del padre, è destinata all’uomo che sceglierà, tra le tre maschera a disposizione in una sorta di “gioco delle tre carte”, quella indossata da una donna avente i lineamenti simili a quelli dell’ereditiera. Durante i momenti che precedono l’importante scelta degli spasimanti, le tre donne mascherate non sfilano sul palcoscenico, ma vengono presentate tramite sequenze proiettate sul fondo di questo; anche la bellezza di Porzia viene mostrata più dettagliatamente agli spettatori grazie ai primi piani che le vengono dedicati e che fanno giganteggiare sulla scena il suo dolce volto.
Tutta l’opera è accompagnata dal suono di un piano che puntualmente, ad ogni cambio di scena, irrompe dolcemente con un motivo che ricorda una composizione di Micheal Nyman. La musica acquista maggiore importanza quando fa la sua inaspettata comparsa sul palcoscenico il suo esecutore che, armato di un bianco pianoforte mobile, segue i personaggi nella recitazione. Decisamente meno esaltante la parte in cui Gaia Aprea, l’attrice che interpreta Porzia, si cimenta nel canto.
Eros Pagni interpreta, con eccezionale trasporto, il personaggio di Shylock. Ammirevole la riuscita immedesimazione dell’attore nei panni dell’usuraio ebreo, caratterizzato, nella prima parte dell’opera, dalla sua ostentata generosità, e, nella seconda, dalla cattiveria e dall’accanimento nei confronti del povero Antonio, che si è indebitato col crudele personaggio per aiutare l’amico Bassanio.
La malvagità di Shylock raggiunge il culmine quando si dimostra inamovibile nella richiesta della penale che Antonio gli deve a causa del mancato risarcimento del debito: una libra della carne del mercante veneziano, tagliata dall’ebreo stesso vicino al cuore del malcapitato.
Il mercante di Venezia di William Shakespeare
traduzione Masolino d’Amico
con Eros Pagni e Gaia Aprea
e con Max Malatesta, Sebastiano Tringali, Giovanni Calò, Cosimo Coltraro, Piergiorgio Fasolo, Daniele Gonciaruk, Nunzia Greco, Giuseppe Infarinato, Giovanna Mangiù, Stefano Scandaletti, Enzo Turrin
adattamento e regia Luca De Fusco
scene Antonio Fiorentino
costumi Vera Marzot
musiche Antonio Di Pofi
luci Emidio Benezzi
direzione allestimento Franco Buzzanca
una produzione Teatro Stabile del Veneto – Teatro Stabile di Catania
Fondazione Atlantide Teatro Stabile di Verona GAT