Snakes Hall non ha mai avuto un bell’aspetto. Certo, è elegante e dotata di un innegabile fascino, ma sulle sue mura grava un’atmosfera malsana. Affittarla per aprirci un ristorante non può davvero essere una buona idea. Soprattutto se la nuova inquilina è una donna fragile ed impressionabile, appena uscita da una clinica psichiatrica.
Trent’anni dopo il film culto La casa dalle finestre che ridono, Pupi Avati ritorna ad avventurarsi in una casa maledetta. Ma questa volta l’atomosfera è molto più british, nonostante il fascino tutto italiano di un’attrice come Laura Morante. Incarna difatti una donna originaria del Bel Paese, alle prese con i brutti ricordi (e i cattivi sentimenti) di un’intera cittadina, Davenport, nell’Iowa. Dopo un incipit ambientato nel 1957, non truce ma sicuramente intrigante, l’azione si sposta ai giorni nostri, quando la casa (decorata con fregi raffiguranti serpenti, da cui il nome) viene riaperta agli esseri umani. Da quel momento strani oggetti, misteriose voci e terrificanti rumori dimostraranno alla nuova proprietaria che i locali della villa non sono mai stati del tutto vuoti.
Pupi Avati si riconferma uno dei registi più intelligenti e sensibili del panorama cinematografico nazionale, con un film che attraversa i generi, dando però un taglio originale alla vicenda narrata e proponendoci un sottile e perfido ritratto delle malattie mentali coltivate dalla società.
L’opera è contraddistinta da una interessante e ben dosata miscela di occultismo britannico, truculenza italiana e colori e luci americane: ricordate però che nei film di Avati ciò che sembra, anche nelle storie di fantasmi, non è mai.
Questo percorso ironico e grottesco è cominciato per il regista tanto tempo fa: assieme al celeberrimo La casa dalle finestre che ridono, Zeder e Tutti defunti… tranne i morti, anche Il nascondiglio si colloca all’interno di un disegno personale che non ha uguali nel cinema di genere italiano. Ciò che aveva caratterizzato le agghiaggianti storie narrate sullo schermo negli anni ’70 e ’80 (necrofilia, incesto, satanismo, ninfomania e sessuofobia) è forse qui fatto passare in sordina (sono altri tempi), ma non per questo non si ripropone, addirittura con un impatto ancor più subdolo e disturbante.
Le inquadrature sono quelle di un grande film britannico anni ’40, così come lo è l’impianto della casa: labirintico e incomprensibile, svelato a poco a poco, e realizzato con quello stesso cattivo gusto, non cadente ma osceno, con il quale già si presentava Hill House, la villa maledetta del film Gli invasati.
La prova attoriale generale corona infine il novero delle qualità di questo bel film: oltre a Laura Morante, sempre un po’ agitata ma anche sofferente e appassionata, appaiono Yvonne Sciò, dimagrita e credibile, e una irriconoscibile Sydne Rome, (la bellissima protagonista di Che? di Polanski) nei panni di una vecchia odiosa e ridicola.
Il nascondiglio potrebbe sollevare ancora molti argomenti di discussione: cosa spinge Avati ad aver così paura della non-morte? Perchè nei suoi film tornano sempre voci infantili e ossessive? Dove si cela l’orrore per il regista, nella mente o nell’occhio? Ma a queste domande è bene rispondersi da soli, avvolti nel buio della sala. E della vecchia Snakes Hall.
Titolo originale: Il nascondiglio
Nazione: Italia, U.S.A.
Anno: 2007
Genere: Thriller
Durata: 100′
Regia: Pupi Avati
Sito ufficiale: www.ilnascondiglio.com
Cast: Laura Morante, Rita Tushingham, Burt Young, Treat Williams, Yvonne Sciò, Giovanni Lombardo Radice, Peter Soderberg, Angela Pagano, Sydne Rome, Angela Goodwin
Produzione: Duea Film, RAI Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 16 Novembre 2007 (cinema)