Fuori Concorso
Un’operazione asettica e incolore appanna l’opera dell’immortale poeta inglese
Si sa, nel mondo del cinema delle grandi produzioni le idee scarseggiano. La tentazione di metter mano – o saccheggiare se preferite – qualche classico della letteratura o del teatro resta sempre forte. Così non passa anno in cui qualcuno non tenti di rimettere lo zampino sul vecchio (si fa per dire), ma sempre attuale Shakespeare. Quest’anno alla Mostra del Cinema di Venezia è la volta di Michael Radford alla regia ed Al Pacino, nei panni di Shylock, ne “Il mercante di Venezia” appunto. La storia è profonda e complessa ed offre un geniale spaccato della società dell’epoca (come di consueto nelle opere del grande poeta inglese), ma si sa, ciò non è dovuto al regista nonché sceneggiatore del film.
Nella Venezia del sedicesimo secolo, Bassanio chiede in prestito all’amico fraterno Antonio 3000 ducati per corteggiare la bella Porzia. Ma il mercante non ha il contante (tutti i suoi molti averi sono investiti in carichi di navi sparse per l’Europa) così si offre per garantire il prestito richiesto a sua volta da Bassanio al ricco usuraio ebreo Shylock, il quale esige una particolare clausola di garanzia: entro tre mesi, qualora la somma non sia pagata, avrà in cambio una libbra di carne del corpo di Antonio. Ma le navi del mercante naufragano e l’ebreo, lasciato nel frattempo solo dalla figlia fuggita con un cristiano, può finalmente vendicarsi dei soprusi subiti in quanto giudeo, esigendo il rispetto dell’accordo. Ma per un cavillo giuridico le cose potrebbero mettersi molto male per Shylock…
E’ lo stesso Michael Radford a dichiarare di aver voluto trasporre la commedia “senza una personale rielaborazione dell’opera”, in modo che la poesia “diventasse espressione naturale della storia”. Purtroppo allora, si nota subito che Radford non è Shakespeare, e che il cinema non è teatro (due mondi diversi con esigenze differenti). Si ha infatti in questo caso l’impressione di assistere ad una rappresentazione teatrale. Lunghi monologhi, incorniciati in inquadrature fisse, sono in grado di esaltare le capacità attoriali del bravissimo Al Pacino, ma appiattiscono decisamente la narrazione, che invece, fosse rappresentata sul palcoscenico, vivrebbe di quel rapporto diretto col pubblico che qui è inevitabilmente mediato dalla proiezione sul grande schermo.
E allora forse si pensa che affidarsi ancora una volta all’immenso talento del protagonista de “Il padrino” ed al convincente Jeremy Irons, nonchè a dei bravi, seppur giovani attori, non basta.
Titolo originale: The Merchant of Venice
Nazione: Gran Bretagna, Italia
Anno: 2004
Genere: Commedia, Drammatico
Durata: 124′
Regia: Michael Radford
Cast: Al Pacino, Lynn Collins, Jeremy Irons, Charlie Cox, Joseph Fiennes, Kris Marshall