“Italia anni dieci” di Edoardo Erba al Teatro di Ringhiera

Italia oggi

Un imprenditore sull’orlo del fallimento, una moglie che – ignara di questa situazione – continua a spendere come ai bei tempi. Una ragazza che trova solo lavori precari e sottopagati, una madre preoccupata del futuro della figlia, un chitarrista disoccupato. Una badante venuta dall’Est, un insegnante di balli latini. Le vicende di questi personaggi si intrecciano in vari modi (il corso di ballo frequentato dalle tre donne, l’assunzione della ragazza nella ditta dell’imprenditore, ecc.): attraverso queste storie, Italia anni dieci esplora il difficile momento che il nostro paese sta vivendo.

Ottimo esempio di un teatro che affronta i problemi della contemporaneità e che mira esplicitamente a rivolgersi a un pubblico che non sia di soli “specialisti”, Italia anni dieci procede con ritmo spedito, sviscerando i temi d’attualità sui quali si concentra senza scorciatoie didascaliche ma con una “immediatezza” esemplare. Più da cinema, verrebbe da dire, che da teatro (la regista ha citato come riferimento America oggi di Robert Altman e i film di Alejandro González Iñárritu: quest’ultimo è un nome che evidentemente esercita forti suggestioni su certo teatro d’oggi – Luca Ronconi lo ha talvolta tirato in ballo a proposito della drammaturgia di Rafael Spregelburd). Fin dall’inizio, lo spettacolo si struttura nel segno del “montaggio” alternato e parallelo accostando piccoli frammenti che, incastrandosi, vanno progressivamente a formare un quadro di dimensioni più ampie, la cui intelligibilità resta però incerta. Al centro dello spettacolo è infatti la perdita di punti di riferimento: i personaggi sono disorientati e gli spettatori – a cui Italia anni dieci non fornisce spiegazioni consolatorie – vengono immersi in questo disorientamento. Il dramma si trasforma, senza soluzioni di continuità, in farsa e viceversa, scene comiche e momenti di ansia si alternano e si sovrappongono. Lo spettatore ha l’impressione di trovarsi a tratti di fronte a uno specchio e a tratti di fronte a una caricatura.

Non ci sono le parole per descrivere e comprendere la realtà, per interpretare la crisi non solo economica che il nostro paese vive. L’iniziale incapacità dell’imprenditore di scrivere la lettera è sintomatica e diventa quasi la chiave interpretativa dell’intero spettacolo (è significativo – a questo proposito – il contrasto con la badante albanese, che più avanti riesce a scrivere la sua lettera al marito lontano senza alcuna esitazione). I protagonisti non sanno più trovare parole che spieghino, che diano senso a quello che succede intorno a loro e che li guidino nelle loro azioni (ha ancora senso parlare di “classe”? Quali altre parole possono sostituirla?).

Italia anni dieci – frutto della stretta collaborazione tra Erba e Sinigaglia (cfr. il dialogo tra i due in E. Erba, Italia anni dieci, Titivillus Mostre editoria, 2014) – è uno spettacolo molto riuscito, sostenuto da un’ottima compagnia di attori e da trovate sceniche di grande efficacia, come l’acqua che, a poco a poco, invade il palcoscenico e viene poi usata con effetti drammatici e simbolici quando colpisce l’imprenditore fuggito ai Caraibi oppure si trasforma in un elemento paradossalmente spettacolare nel ballo finale.

“Italia anni dieci” di Edoardo Erba
Produzione Atir Teatro Ringhiera. Regia di Serena Sinigaglia.
Assistente alla regia: Daniela Arrigoni
Con Mattia Fabris, Stefano Orlandi, Maria Pilar Pérez Aspa, Beatrice Schiros, Chiara Stoppa, Sandra Zoccolan.
Al Teatro di Ringhiera di Milano dal 16 gennaio al 2 febbraio 2014