“L’ESORCISTA: LA GENESI” di Renny Harlin

La Chiesa in versione americana

Sarah Novack legge i tre tarocchi: La Mort, La Maison Dieu (La Chiesa), Le Diable, che le ritornano in modo ossessivo, questi gli elementi centrali del film di Harlin (Cliffhanger, Die Hard II, The Deep Blue Sea). Un horror che con il film di Friedkin del 1973, L’esorcista, ha poco a che spartire purtroppo.

La prima caratteristica mancante è la storia che, invece di snodarsi a scatola cinese su diverse narrazioni, lascia l’amaro in bocca, un gusto che non viene riassorbito certo con le allampanate spiegazioni di Padre Merrin: i tasselli del film sono enormemente disgiunti gli uni dagli altri come in due puzzle confusi tra loro. La conseguenza che ne trae lo spettatore è l’incomprensione: possiamo citare due casi eclatanti, l’uno quello di Padre Francis che viene ripreso nella sua camera mentre recita il Pater Noster ad un Cristo rivoltato e poi si scopre fedele alleato di Merrin; l’altro, del bambino, Joseph, che rimane inerte (probabilmente dallo shock, certo) mentre le iene (peraltro animali piuttosto pacifici, sono famose per attaccare i morti non i vivi, ed in nessun rapporto col demonio) divorano il fratellino. La tesi sarebbe che Joseph, novello Anticristo, ricorda molto Damien ed il ciclo su di lui girato negli anni ’70, governerebbe questi animali predatori senonchè alla fine del film (qualcuno mi maledirà lo so, ma non dopo aver visto il film che riscuoteva risate in sala), si scopre che la vera posseduta è una donna, la Dottoressa Sarah Novack, che naturalmente non si trovava nelle vicinanze e non veniva nemmeno nominata in quel caso.

Soltanto questi due casi basterebbero a dare al film il titolo “L’incompreso”, tanto per citarne un altro di genere drammatico e di ben altra levatura, ma noi abbiamo questo, il cui talento di Stellan Skarsgård (Dogville, di Von Trier per citarne uno) non fa risalire la china.

L’idea centrale eppure era ben congegnata dopotutto: una chiesa dedicata a Lucifero eretta prima che la cristianizzazione toccasse l’Africa e gli spunti erano tanti. “Stigmate” qualche anno fa era riuscito a creare un film piuttosto inquietante con qualche elemento in comune, la possessione (divina in questo caso) e l’occultamento negli archivi della Chiesa romana di documenti risalenti all’epoca di Cristo. In questo film manca il pathos ed il gore delle scene ricreate da Tunnicliffe non conferisce lustro alla pellicola che rispetto al primo vero episodio è priva dell’ingrediente base: l’inquietante.

Uscita italiana: 12 novembre 2004
Durata del film: 114 minuti
Cast artistico:
Stellan Skarsgård Padre Lankester Merrin
James D’Arcy Padre Francis
Izabella Scorupco Dott.ssa Sarah Novack
Remy Sweeney Joseph
Cast tecnico:
Renny Harlin Regista
James G. Robinson Produttore
Guy McElwaine Produttore
David C. Robinson Produttore esecutivo
William Wisher Soggetto
Caleb Carr Soggetto
Alexi Hawley Sceneggiatura
Vittorio Storaro Direttore della fotografia
Mark Goldblatt Montaggio
Trevor Rabin Compositore
Luke Reichle Costumista
Gary Tunnicliffe Supervisore effetti speciali al trucco
Musica Trevor Rabin
Produzione Morgan Creek
Distribuzione Eagle Pictures