E’ andata in scena all’interno della rassegna “Amo la Mole” la nuova produzione del Teatro Stabile delle Marche: “La dodicesima notte o quel che volete” di Valentina Rosati. William Shakespeare è – e sempre rimarrà – una firma incrollabile per il teatro. Che si tratti di sceglierne un’opera per uno spettacolo classico e tradizionale, oppure di prendere spunto dai suoi versi per avviare una riflessione post-moderna, sta di fatto che lo scrittore inglese più famoso di ogni tempo non delude mai. Resta sempre un pozzo senza limiti a cui attingere a piene mani.
E così è proprio a lui che ha pensato Valentina Rosati quando, penna in mano, si è seduta a tavolino per buttare giù appunti sulla sua nuova opera teatrale: “Ancora una volta Shakespeare sembra averci suggerito che non esiste un unico punto di vista dal quale osservare l’esistenza”.
Ne è uscita fuori “La dodicesima notte o quel che volete”, una reinterpretazione in chiave contemporanea della celebre commedia secentesca, tra le cui scene si è destreggiata bene una compagnia composta da otto elementi.
Inserita nel cartellone di luglio all’interno della rassegna “Amo la Mole”, che ogni anno colora di vita l’estate della Mole Vanvitelliana di Ancona, la nuova produzione del Teatro Stabile delle Marche – in collaborazione con Belteatro – ha riscosso un netto successo, accaparrandosi pubblico e applausi nel corso di tutte le serate.
Sul palco, Vincenzo Giordano nei panni del duca d’Illiria Orsino, Elisa Di Eusanio in quelli della contessa Olivia, Elsa Bossi a interpretare la sua dama di compagnia Maria, Simone Francia nelle vesti di Sir Toby Belch (e del capitano della nave naufragata) e Lino Musella nei ruoli di Antonio e di Malvolio, il maggiordomo di Olivia a cui ne capitano davvero di tutti i colori. E poi, a distinguersi dal resto degli attori per quel qualcosa in più di talento e sintonia con il personaggio, una bravissima Barbara Ronchi, prima in una veste azzurro-fata e poi in pantaloni e camicia maschili, per dare corpo e voce a Viola, tra le più belle figure uscite dalla penna di Shakespeare. Insieme a lei, il fratello Sebastian, ossia Daniele Sala. È ad entrambi che va il merito di aver dato vita a una coppia gemella credibile, naturale e fortemente empatica.
C’è però da dire che da questo elenco manca un attore. Se ne è stato tenuto fuori è perché emerge a tutti gli effetti come un outsider eccezionale, nei panni di due diversi personaggi, entrambi formidabili. Sto parlando di Gabriele Portoghese che da solo tiene il ritmo di tutto lo spettacolo interpretando un surreale Feste (il buffone di Olivia) e uno scialacquato Sir Andrew Aguecheek. Non che la compagnia senza di lui manchi di tono, bravi lo sono tutti gli attori, ma Gabriele dona al tutto qualcosa in più, la ciliegina sulla torta, il filo-conduttore ironico e quel tanto che basta per passare da un “buono” a un “ottimo”. Insomma, un talento nato.
Dietro le quinte, a dare man forte alla Rosati, ormai regista affermata e apprezzata nel panorama nazionale, Camilla Piccioni alle luci e Marianna Peruzzo alle scene e ai costumi, più tutto uno staff tecnico preparato, che sarebbe impossibile citare nome per nome per evidenti ragioni di spazio. Basti però dire che le scene sono state ideate in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Macerata, Dipartimento di Scenografia.
Continua ora il ricco programma estivo di “Amo la Mole”, tra le produzioni dello Stabile delle Marche e gli ospiti provenienti da fuori, in un crescendo di mostre, teatro, danza, musica e molto altro ancora.
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