“La ragazza del lago” di Andrea Molaioli

Ottimi attori di teatro per un’ottima produzione “televisiva”

Settimana della Critica
In una proiezione ufficiale tanto attesa (il pubblico presente lo dimostra) tutto il cast dell’opera prima di Andrea Molaioli viene accolto con un caloroso applauso per l’ottima prova di recitazione che tutti, nessuno escluso, regalano allo spettatore più esigente.

L’efficace ed elegante verve di un Toni Servillo, che non sbaglia un colpo, fa da filo conduttore ad una vicenda dal deciso gusto noir che avvolge come una pellicola impermeabile la provincialità asettica dei paesaggi friulani. La sceneggiatura, tratta dal romanzo norvegese di Karin Fossum Don’t look back (Lo sguardo di uno sconosciuto, edito in Italia da Frassinelli), ha ritmi che non annoiano e regala eccellenti dialoghi che riescono, nonostante le tonalità dei grigi predominante in tutta la fotografia del film, ad illuminare lo schermo.

Tutto inizia con la scomparsa di Marta, una bambina che accetta il passaggio verso casa da Mario, suo compaesano e ragazzo affetto da ritardo mentale. Tutti in allarme scopriranno che Marta sta bene. La piccola però alla sua preoccupatissima mamma svelerà cosa è realmente successo in quel lasso di tempo: affascinata da una leggenda raccontata da Mario, la leggenda del serpente del lago, rivela di aver visto una ragazza sulle rive addormentata dall’incantesimo. Ma la realtà è lontana dall’ingenuità e dalla purezza dei pensieri della bambina…

Tra intrecci claustrofobici senza via d’uscita, iniziano le indagini del commissario Sanzio, che con domande pungenti e a tratti ironiche inizia a costruire intorno a sè la soluzione al giallo. Segreti e verità nascoste degli abitanti del paese verranno ammucchiate sopra i propri problemi familiari. In parallelo, infatti, la sua vita privata: sua moglie affetta da una malattia degenerativa (alzheimer) inizia a non riconoscerlo e soprattutto dimentica l’esistenza di sua figlia. Il commissario, sornione e allo stesso tempo brillante, troverà agganciato all’assassino quel filo rosso immerso, intrecciato e abilmente distribuito nelle vite private di persone esasperate dalle proprie situazioni familiari.

Molaioli, dopo aver lavorato con Moretti, Luchetti e Calopresti, arriva a confezionare la sua prima opera cinematografica da regista. Le qualità della pellicola si nascondono in una buona sceneggiatura e in un ottimo cast. Durante l’incontro post screening, gli attori ribadiscono numerose volte l’importanza di essere prima di tutto “attori di teatro”. Si citano Chabrol per quanto riguarda il taglio dato alle ambientazioni, Simenon per il protagonista, ma ci si dimentica di parlare di televisione. Infatti La ragazza del lago potrebbe essere scambiato per un’ottima ed eccellente produzione televisiva, per una puntata pilota che non avrà seguito: un protagonista commissario, degli aiutanti da canovaccio, un caso da risolvere nel paesaggio sconosciuto friulano. In questi anni siamo abituati ad ottimi prodotti televisivi, partendo da Montalbano fino ad arrivare agli inarrivabili serials americani. Questo non deve essere visto come un difetto del film, anzi. Ricordiamoci che siamo in piena fase di contaminazione tra media, cinema e tv su tutti. Bastava ammettere la decisiva influenza che le caratteristiche dello sceneggiato televisivo hanno avuto in questa produzione “cinematografica” per non risultare leggermente snob.

Titolo originale: La ragazza del lago
Nazione: Italia
Anno: 2007
Genere: Thriller, Drammatico
Durata: 95′
Regia: Andrea Molaioli
Cast: Valeria Golino, Toni Servillo, Omero Antonutti, Anna Bonaiuto, Fabrizio Gifuni, Fausto Maria Sciarappa, Heidi Caldart
Produzione: Indigo Film
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: Venezia 2007, 14 Settembre 2007 (cinema)