Giornate degli Autori
In cerca di una vita migliore, un gruppo di singalesi e non si finge la nazionale di pallamano dello Sri Lanka per approdare in Europa. Favola moderna, coraggiosa ma soprattutto capace di conservare un’insperata freschezza e simpatia.
Il più grande sogno di un gruppo di uomini e ragazzi dello Sri Lanka è quello di poter ottenere il visto per l’Europa per stabilircisi ed aiutare le proprie famiglie a casa dal continente; per ora, a Colombo, tutti sbarcano il lunario come possono, chi vedendo arance, chi con pretazioni sessuali alle turiste occidentali, chi facendo il cameriere, chi imbrogliando e regalando false speranze. Finalmemte sembra profilarsi all’orizzonte una chance: andare in Germania fingendosi la nazionale di pallamano singalese, in realtà inesistente. Presto si riesce a mettere insieme una squadra squinternata, che attraversa ogni età e persino nazionalità, tutti con lo stesso obiettivo: raggiungere la felicità nel vecchio continente.
Un dramma d’immigrazione dell’epoca contemporanea raccontato come una favola moderna: questo è Machan, con il grandissmo pregio di saper raccontare con straordinaria leggerezza e divertimento una storia che avrebbe potuto scivolare in qualsiasi momento nella tragedia più nera. Pasolini – che con il grande Pierpaolo condivide solo il nome – ci mostra il lato umano della clandestinità, aiutandoci a comprendere le ragioni di chi attraverso l’illegalità cerca solo il bene per sé e i suoi cari, attraversando inimmaginabili sacrifici e non nuocendo a nessuno se non alle leggi territoriali: tema che sta diventando sempre più incalzante nelle nostre cronache quotidiane, ma che trova il suo volto più vero proprio nella comicità, operazione simile a quella che molti registi hanno tentato di fare con l’olocausto o altri grandi drammi della storia contemporanea.
Pasolini dirige con garbo mettendo in evidenza la simpatia dei protagonisti e riuscendo a ottenere uno degli obiettivi più ardui per qualsiasi autore: quella risata amara che non fa leva sulle facili emozioni ma presto si tramuta in una riflessione senza però scadere nella commiserazione. Il regista, alla sua prima esperienza come direttore di un film, nutre già un non indifferente passato di produttore indipendente, tra cui è impossibile non citare The Full Monty, straordinario successo di pubblico che, in un altro luogo ed epoca storica, ci presenta un analogo gruppo di spostati senza più nulla da perdere e pronti a qualsiasi esperimento pur di raggiungere una certa tranquilità economica.
Il tutto è ancora più sorprendente se si pensa che il film prende spunto da un fatto realmente accaduto, e al coraggio di proporre una storia del genere in un periodo politico in cui la parola clandestino porta alla mente scenari di criminalità e rifiuto. Come spiega l’autore:”La graduale accettazione in Occidente della necessità di offrire asilo ai ‘rifugiati’ (una politica spesso mal gestita), è stata accompagnata da una crescente demonizzazione di coloro che desiderano entrare nei nostri Paesi per migliorare la propria vita; queste persone, alle quali oggi si fa riferimento come a ‘immigrati clandestini’, sono vittime da una parte di politiche sull’immigrazione miopi e grette e dall’altra dell’avidità di trafficanti di uomini e donne”.
Tanto di cappello quindi al nostro connazionale – coautore tra l’altro della sceneggiatura insieme a Ruwanthie de Chickera – che presenta al lido una pellicola commovente e perfettamente riuscita sotto il nome del nostro paese; aspettando il concorso, un inizio in grande stile per il nostro cinema.
Titolo originale: Machan
Nazione: Italia, Sri Lanka, Germania
Anno: 2008
Genere: Commedia
Durata: 110′
Regia: Uberto Pasolini
Cast: Dharmapriya Dias, Gihan de Chickera, Dharshan Dhramaraj, Namal Jayasinghe, Sujeewa Priyalal, Mahendra Perera, Dayadewa Edirisinghe
Produzione: Studio Urania, Babelsberg Film GmbH, Shakhti Films
Distribuzione: Mikado
Data di uscita: Venezia 2008