Malapolvere: “LEGGERA COME LA POLVERE, PESANTE COME LA VERITÀ”

Con Malapolvere Laura Curino rievoca il dramma dell'Eternit a Casale Monferrato

Negli anni del boom economico, chiunque fosse passato da Casale Monferrato non avrebbe potuto fare a meno di notare una polvere che si era posata su ogni cosa. “È il progresso!” diceva qualcuno ed era sicuramente vero. In quegli anni infatti grazie alle produzioni dell’Eternit la città prosperava e i suoi abitanti non potevano certo lamentarsi dello strepitoso miglioramento che avevano fatto le loro condizioni di vita. In quelle che fino a pochi anni prima erano zone dove l’industrializzazione sembrava non esistere, dove il bagno in casa non lo si sognava nemmeno, ecco che all’improvviso si scopriva il nuovo processo consumistico che avrebbe riempito le case di oggetti nuovi e meravigliosi come aspirapolvere e lavatrici.

Ciò che nessuno sapeva, o che non nessuno voleva sapere, o fingeva di non sapere, era il prezzo in termini di salute che sarebbe stato richiesto in futuro agli abitanti di Casale e dei comuni vicini. La gente iniziava ad avere problemi respiratori e a morire, ma come pensare che la colpa fosse di quella polverina bianca che si trovava ovunque e con la quale addirittura i bambini giocavano in riva al fiume? Nessuno aveva detto agli abitanti della città che con l’eternit non si poteva scherzare, eppure i proprietari della fabbrica non potevano ignorare che già nella Germania nazista si era cominciato a risarcire le vittime dell’amianto.

Come accade ne La Bella e la Bestia, Laura Curino racconta una favola dove a parlare sono ‘le cose’ di Casale Monferrato: l’attrice dà voce ad un albero, ai fiumi, ai libri, alla fontanella del paese, al cavallo della statua di Carlo Alberto… persino al castello comunale. Quello che fa più paura in questa favola è che a Casale, in fondo, anche la Bestia è bella, perché la polvere serve a fare i vialetti nei giardini e i campi da basket dove giocare. Malapolvere è una storia che toglie il sonno, perché il ‘cattivo’ della vicenda, il proprietario della fabbrica, lo svizzero Stephan Schmidheiny, è paradossalmente un grande filantropo e ambientalista, consulente per Bill Clinton e rappresentante per l’ONU per lo sviluppo sostenibile.

Sul palco l’attrice volteggia leggera, si muove da una parte all’altra sullo spazio scenico e talvolta si posa: è come un granello di polvere che è rimasto fermo in un posto talmente a lungo da conoscerne perfettamente la storia. Casale Monferrato non è infatti un posto di ignoranti contadini, ma di gente che ha una cultura millenaria, ed è proprio grazie al suo bagaglio storico che ha potuto portare avanti la sua battaglia legale contro chi ha avvelenato i suoi abitanti.

La drammaturgia scorre leggera e allo stesso tempo intensa. La drammaticità della storia non impedisce qualche battuta che allenta la tensione. “Un tocco di umorismo era necessario – afferma l’attrice – perché, mentre scrivevo, pensavo che avrei dovuto presentare questo spettacolo agli abitanti di Casale e, come afferma la statua di Carlo Alberto nello spettacolo, se vai a trovare un malato, lo vuoi far piangere?”.
La scena è spoglia, ma molto suggestiva. Alle spalle dell’attrice quattro pannelli rotanti danzano leggeri su loro stessi. Sembrano leggeri e ricordano le porte degli alberghi, luoghi dove la gente passa, ma non rimane. Anche a Casale Monferrato la gente passa e poi va via, l’unica cosa che rimane è la polvere e l’amianto nelle strade e nelle case. I giochi di luce e le proiezioni entrano in relazione con i pannelli creando effetti suggestivi, evocativi, ma mai descrittivi. L’esaltazione del particolare suggerisce un mondo che non è mai mostrato veramente, perché la rappresentazione è lasciata alla levità delle parole dell’interprete.

Ricorda Laura Curino: “Era tanti anni che volevo scrivere uno spettacolo sulla vicenda di Casale, ma non me ne era mai capitata l’occasione”. L’occasione è arrivata quando una giornalista de La Stampa, Silvana Mossano, ha inviato all’attrice il suo saggio Mala polvere che testimonia con taglio giornalistico le vicende di quello che è il maggior processo penale per un disastro ambientale prodotto in un luogo produttivo.
Lo spettacolo resta privo di finale, perché è una pagina giudiziaria ancora da scrivere. Laura Curino chiude con un appello al pubblico affinché ognuno non si limiti ad indignarsi, ma faccia la sua parte eliminando da casa propria l’eventuale amianto rimasto. Perché l’amianto non è solo un problema di Casale Monferrato, ma di un intero Paese che per troppi anni ha messo il profitto di pochi davanti alla salute della collettività.

Info:
In scena il 17 gennaio 2013 a Pubblico, il Teatro di Casalecchio di Reno
Malapolvere. Veleni e antidoti per l’invisibile.
un progetto di Laura Curino, Lucio Diana, Alessandro Bigatti, Elisa Zanino
con Laura Curino
liberamente ispirato a Malapolvere di Silvana Mossano (Ed. Sonda, 2010)
scene e costumi Lucio Diana
Fondazione del Teatro Stabile di Torino
Associazione culturale Muse
www.teatrocasalecchio.it