“Non essere Cattivo” di Claudio Caligari

L’ultimo lascito di un regista per niente cattivo.

Presentato fuori concorso alla 72. Mostra del Cinema di Venezia, Non Essere Cattivo è l’ultima fatica di uno degli outsider più particolari della storia del cinema italiano.

Stiamo parlando del compianto Claudio Caligari, scomparso nel maggio scorso, autore nel 1983 di quell’Amore Tossico che, irrompendo come un’assoluta novità nel panorama cinematografico nostrano, aveva preceduto di una decade il filone di film di denuncia e di inchiesta sul mondo della droga, esploso invece negli anni ’90 con pellicole come i film indipendenti di Larry Clark negli stati uniti o con Trainspotting nel Regno Unito. Nel 1998 era tornato nelle sale con l’intricato noir L’odore della notte, per poi sparire nuovamente dalle scene. C’è voluto l’amico (e produttore del film) Valerio Mastandrea, da lui scoperto e diretto ne L’odore della notte, per convincerlo a regalare anche al nuovo millennio un film che portasse il suo nome. Terminando le riprese un mese prima della morte, Caligari è riuscito (ancora una volta) a regalarci un film che ha tutti i numeri per diventare un cult.


Siamo nella stessa Ostia di Amore Tossico, riconosciamo addirittura alcune location; l’anno però è il 1995, e l’eroina al centro del suo primo film è, almeno all’inizio, sostituita da un altro tipo di droga. I protagonisti infatti, Cesare e Vittorio, sono due giovani coinvolti nello spaccio di ecstasy ed altre pastiglie, che passano il tempo tra un bar e l’altro arrotondando con qualche rapina. Quando torna a casa però, Cesare deve occuparsi della madre e della nipotina malata di AIDS, cercando di coprire tutte le inevitabili spese con le sue incerte entrate. Le serate dei due ragazzi proseguono tra un bar e l’altro, tra una striscia di coca e una pastiglia, finché Vittorio, a seguito di un “bad trip” (per usare un termine dei film di genere americani) decide di lasciare il mondo della droga per sistemarsi definitivamente con Linda, madre single conosciuta per caso. Anche Cesare prova a seguire l’amico, facendo però licenziare entrambi dal cantiere dove erano stati assunti. Da qui Cesare abbandonerà l’idea di uscire dal mondo della droga, per riprenderla poi dopo l’incontro con Viviana, ex di Vittorio. Da qui le vicende dei due protagonisti si faranno più amare e segnate da numerosi traumi che li riporteranno volta per volta nel mondo da cui cercavano di uscire.


Per quanto riguarda la struttura narrativa, o più in generale la tipologia di film, Non essere cattivo riesce nell’incredibile impresa di rendere completa una filmografia estremamente scarna come quella di Caligari. Mi spiego: se Amore Tossico era un collage di episodi non sempre collegati tra loro, e L’odore della Notte era invece caratterizzato da un’unica trama contorta e complessa, con Non essere cattivo Caligri segue, con un soggetto estremamente semplice, un breve ma significativo arco di tempo nella vita di due personaggi, dando il suo prezioso apporto anche al genere biografico. Parlando di struttura narrativa, un’altra cosa che lascia esterrefatti è la maestria con cui dramma e commedia sono dosati, in un climax discende che parte da una comicità nera o semplicemente demenziale (dai rapinatori che fuggono spingendo l’auto con cui sono arrivati, alle folli visioni di Vittorio dopo qualche striscia di troppo) per arrivare a scene drammatiche dove le lacrime non tardano ad arrivare, il tutto senza rotture brusche ma anzi con una ammirevole gradualità che contribuisce a tenere lo spettatore attaccato allo schermo.

La fortuna di Caligari è stata forse quella di avere una storia personale così atipica: due soli film alle spalle gli hanno permesso di non essere ostacolato da stilemi o cliché presenti nei suoi lavori precedenti, e quindi egli non ha minimamente corso il rischio di copiare se stesso, o al contrario di doversi rinnovare come spesso viene chiesto a molti registi e autori contemporanei dalla più folta filmografia. Anche la scelta del cast va in questo senso, in quanto tra gli interpreti non troviamo grandi nomi o attori del momento da sbattere in locandina per attrarre pubblico, ma solo attori veramente adatti al ruolo. Anche la regia non cerca mai di impressionare ma anzi tende sempre a fare quello che una buona regia dovrebbe fare: essere il più funzionale possibile alla trama, ricorrendo a piacevoli espedienti solo quando necessario, come il ralenti nella scena finale della rapina, o qualche soggettiva interessante (come quella sulla busta di cocaina, nella prima parte del film). In conclusione, Non essere cattivo è un film che difficilmente dispiacerà a uno spettatore attento, che riesce a coniugare dramma e commedia in un prodotto che gioca in modo intelligente con le emozioni dello spettatore.



Titolo originale: Non essere cattivo
Nazione: Italia
Anno: 2015
Genere: Drammatico
Durata: 100′
Regia: Claudio Caligari

Cast: Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Silvia D’Amico, Roberta Mattei
Produzione: Taodue Film, Taodue Film, Andrea Leone Films, Rai Cinema
Distribuzione: Good Films
Data di uscita: Venezia 2015 – Fuori Concorso
08 Settembre 2015 (cinema)