Un giovane collezionista ebreo parte per l’Ucraina alla ricerca della donna che molti anni prima aveva salvato il nonno dalla persecuzione nazista. Unico indizio una vecchia fotografia.
Presentato alla 62a Mostra del Cinema di Venezia, uscito nelle sale nel mese di novembre 2005, Ogni cosa è illuminata di Liev Schreiber è stato fortunatamente “ripescato” nelle sale durante il periodo natalizio e, grazie a un efficace passaparola tra gli amanti del buon cinema, sembra destinato a un discreto successo di pubblico, forse ormai stanco di superproduzioni e roboanti effetti speciali.
Mettiamola così: coloro che hanno apprezzato Train de vie e Vai e Vivrai di Radu Mihaileanu, e amano i film dal ritmo un po’ lento, in cui ironia e dramma si mescolano come nella vita, non potranno restare delusi da questa storia che affronta il tema della Shoah come fatto personale, prima ancora che collettivo del popolo ebreo, con implicazioni emotive che parlano direttamente al cuore dello spettatore.
Tratto dall’omonimo romanzo di Jonathan Safran Foer, Ogni cosa è illuminata segna il debutto dietro alla macchina da presa del ventottenne attore di origine ebrea Liev Schreiber – il giovane candidato di The Manchurian Candidate – che ne ha curato anche la sceneggiatura.
Non un semplice racconto sulla memoria, ma anche il confronto tra due coetanei che vivono in mondi completamente diversi e scopriranno di avere un doloroso passato che li unisce. Una storia che si trasforma in road movie tra le verdi colline dell’Ucraina, nella realtà i dintorni di Praga.
Elijah Wood, con gli occhi “più spalancati del mondo” – definizione del suo collega ne Il Signore degli anelli Dominic Monaghan – è perfetto nella parte del giovane ed eccentrico collezionista ebreo Jonathan, in apparenza un tantino svagato, che parte alla scoperta di un passato che dovrà in qualche modo scoprire con “occhi nuovi”.
Eugene Hutz, nato in Ucraina e giunto negli States una decina di anni fa come rifugiato, leader della Ukrainian Gipsy Punk band dei Gogol Bordello (attualmente è in lavorazione un film sulla band che uscirà probabilmente nel 2006) dà al personaggio di Alex uno sguardo disincantato sulla realtà e lo arricchisce con un linguaggio scombiccherato che gioca continuamente sull’equivoco della traduzione.
Il nonno, Boris Leskin, relativamente sconosciuto al grande pubblico ma con una lunga esperienza sui palcoscenici teatrali di San Pietroburgo e New York, riesce ad essere divertente pur lasciando intuire i drammatici intrecci che saranno svelati solo alla fine della storia.
Piccola curiosità finale: l’autore del libro da cui è tratto il film, Jonathan Safran Foer ha un piccolo cameo in una delle prime inquadrature del film, come “soffiatore di foglie”.
Titolo originale: Everything is illuminated
Nazione: U.S.A.
Anno: 2005
Genere: Commedia
Durata: 102′
Regia: Liev Schreiber
Sito ufficiale: http://wip.warnerbros.com/everythingisilluminated/ (in inglese)
http://wwws.warnerbros.it/everythingisilluminated/ (in italiano)
Cast: Elijah Wood, Eugene Hutz, Boris Leskin
Produzione: Peter Saraf, Marc Turtletaub
Distribuzione: Warner Bros
Data di uscita: Venezia 2005