Un Certain Regard
Da come Mike Tyson è stato accolto a Cannes, crediamo la dica lunga, al di là degli eccessi di cui è stato più e più volte protagonista, su come sia stato, ed è tutt’ora, uno degli sportivi più amati in assoluto dal grande pubblico mondiale. Tanti applausi che lo hanno messo, per sua stessa ammissione, in imbarazzo, presente in sala alla prima del documentario su di lui diretto dall’amico regista James Toback.
Eppure la storia di Tyson sembra una sceneggiatura cinematografica già scritta, e sicuramente tra qualche anno vedremo un kolossal hollywoodiano che porterà le sue gesta sui grandi schermi.
Nato poverissimo e con problemi legali già nella prima adolescenza, Tyson riesce ad affrancarsi dalla strada grazie alla boxe e a un manager che crede molto in lui, tanto da fargli da “secondo padre”. La strada del successo è spianata. Mettendo quasi sempre KO gi avversari in pochi secondi, diventa, giovanissimo, campione del mondo dei pesi massimi.
E’ un colosso, ma con i piedi d’argilla. Ben presto i troppi soldi, gli eccessi sessuali e soci d’affari disonesti mineranno il suo già instabile equilibri psichico, fino alla pagina più nera, ovvero l’arresto e successiva condanna per lo stupro nei confronti della starlette Desiree Washington, che gli costerà tre anni di prigione.
Tyson, una volta uscito dal carcere e abbracciata la religione musulmana, riuscirà a riconquistare il titolo, ma i fantasmi di una volta si ripresenteranno quando nell’incontro “del secolo” con Evander Holyfield gli morderà per ben due volte l’orecchio.
Toback, pur amico e ammiratore di Tyson, non gli risparmia nulla; infatti il film non ha nulla a che vedere con una agiografia, bensì è la storia di un uomo e delle sue debolezze. Lo stesso Tyson, nella lunga intervista presente nel film, non si autoassolve, piuttosto mette in evidenza il suo lato umano che molti pensavano non esistesse neppure.
Regista:
James TOBACK
Nazione:
USA
Anno:
2008
Durata:
90 minutes