“VALHALLA RISING” DI NICOLAS WINDING REFN

2001 Odissea nel nuovo mondo

Fuori Concorso
Un guerriero muto, dotato di una potenza incredibile, spietato e violento in combattimento e senza un occhio è tenuto prigionerio dal capitano di una banda di pagani e viene fatto esibire in battaglie all’ultimo sangue. Con astuzia e con l’aiuto di uno strano ragazzino biondo, Are, il guerriero guercio riesce a scappare dai suoi aguzzini, facendone scempio. Sulla sua strada incrocia un gruppo di vichinghi cristiani, in lotta con le torme pagane, che lo invitano a unirsi nella lotta all’infedele.

Il guercio (One-Eye nella versione originale) e Are si ritrovano sulla nave dei vichinghi, la quale viene inghiottita, senza troppi preamboli, da una nebbia poco accogliente. Dopo un tempo che sembra infinito e dopo lo scoppio dei primi screzi all’interno della truppa, One-Eye e compagni escono dalla nebbia e sbarcano in una terra apparentemente disabitata. Una freccia fatta di pietra farà cambiare idea al gruppo, e farà anche capire loro che hanno a che fare con una tribù di primitivi. Il capo della spedizione, il vichingo più anziano e più infervorato, decide che lo scopo del gruppo continua a essere quello della cristianizzazione dei pagani; solo che in questo caso, invece di riprendersi la Gerusalemme originale i nostri crociati hanno la possibilità di costruirsi la propria nuova Gerusalemme. Il guercio, totalmente estraneo e decisamente disinteressato nei confronti dell’ideologia crociata, va per la sua strada accompagnato da Are, spazzando via chiunque si metta sulla sua strada, vichinghi o indigeni che siano. Il percorso di formazione del guerriero con un occhio solo è quasi completo, manca solo l’ultimo capitolo, quello del sacrificio.

Pescate a caso o deliberatamente fra questi termini qualificanti elencati in ordine sparso: agghiacciante, affascinante, ben girato, folle, sanguinolento, noioso, lirico, violento, insensato, poetico, ipnotizzante, soporifero; tutti, senza che uno ne escluda un altro, senza che un concetto riesca a vanificare il suo opposto, saranno in grado di fornirvi un quadro parziale di uno dei film più assurdi e coraggiosi e incredibili in ogni senso mai prodotti negli ultimi anni. Un’unica traccia musicale, pochi e scarsamente utili dialoghi (perlopiù “a morte il pagano” e similari), una fotografia talmente scura da risultare quasi repellente, una narrazione ridotta all’osso, 90 minuti che paiono svariate ore in una continua sensazione di affascinato straniamento: Valhalla Rising è quanto di più inaspettato e spiazzante uno spettatore possa trovarsi di fronte. Caratteristica, peraltro, che ha anche i suoi difetti se pensiamo allo schock repulsivo di fronte a un’opera così impegnativa che uno spettatore casuale potrebbe provare.

L’autore di cotanta opera è il giovane ma non giovanissimo (classe 1970) regista danese di sulto Nicolas Winding Refn. Refn ha esordito nel 1996 con Pusher, film che gli dà un notevole successo internazionale e che gli permette di girare, una decina di anni dopo, due sequel. Al 1999, e al suo secondo lungometraggio Bleeder, risale il suo esordio alla Mostra del Cinema di Venezia. L’ultimo mattone, in ordine di tempo, posato sull’edificio dedicato al culto di Refn è Bronson, penultimo lavoro del cineasta danese, presentato con profitto all’edizione 2009 del Sundance Film Festival, e titolare di un ottimo successo in patria. Per chi non lo conoscesse, un artista da sperimentare sulla propria pelle, un regista unico e decisamente inimitabile. Per chi lo avesse già incontrato durante il proprio eccentrico cammino cinefilo, ecco un nuovo capitolo nella filmografia di Nicolas Winding Refn, regista sui generis.

FUORI CONCORSO
Valhalla Rising di Nicolas Winding Refn –
Danimarca, Regno Unito,
Durata: 90′
Mads Mikkelsen, Alexander Morton, Stewat Porter