“Parkland” di Peter Landesman

Stars & Stripes

Venezia 70. Concorso

Dallas, Texas. Quando la mattina del 22 novembre 1963 i medici e le infermiere del Parkland Memorial Hospital timbraono il cartellino, nessuno avrebbe mai immaginato che di lì a poche ore avrebbero dovuto constatare il decesso del 35.mo Presidente degli Stati Uniti. John Fitzgerald Kennedy fu infatti assassinato quella mattina. Il presunto colpevole, Harvey Lee Hoswald, fu arrestato poco dopo ma ucciso anch’egli prima che potesse confessare. Quei quattro giorni cambiarono la Storia e le esistenze di molti.

A cinquant’anni da quegli avvenimenti, la ferita sembra non essere ancora rimarginata. Non lo è per il regista Peter Landesman e gli autori di Parkland che, piuttosto di un’altra indagine su – nuove o vecchie – teorie cospirazioniste, confezionano un sentito omaggio alla figura del Presidente attraverso le vite “comuni” di chi quella tragedia l’ha vissuta in prima persona. Gli agenti della scorta, dei servizi segreti, dell’FBI, la polizia di Dallas, i medici dell’ospedale, l’uomo che divenne celebre per aver filmato l’assassinio Abraham Zapruder e il fratello del presunto omicida: un’umanità variegata e disomogenea, unita solo dal dramma consumato sotto i loro occhi.

Non bastano i buoni propositi e l’indiscutibilmente importante ricorrenza a sollevare dalla mediocrità questo affresco collettivo sui quattro giorni che cambiarono l’America. La scelta di privilegiare il Lato B della storia, concentrandosi su piccoli dettagli, così comuni se paragonati alla portata clamorosa di quegli eventi, diviene presto un espediente emotivo di impatto superficiale e piuttosto retorico. Chiaramente si resta coinvolti dalla concitazione degli attimi che distrussero non solo la vita di un uomo, ma anche i sogni di speranza di molti americani. Ma la portata cinematografica di questa storia, purtroppo, viene ridimensionata da una regia dal sapore televisivo e un tono costantemente grave che, pur nell’ovvio contesto funebre, appiattisce la profondità dei risvolti umani sollevati.

La “nuova” prospettiva, concentrata sulle emozioni dei protagonisti e non su un tentativo di giustificazione dei fatti o sulla ricerca della verità, finisce invece per diventare un limite che impedisce al film di aprirsi alle contraddizioni che – anche sul piano personale – uno degli assassinii più noti della storia dell’umanità ha indiscutibilmente messo in risalto.

Titolo originale: Parkland
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Genere: Drama
Durata: 92′
Regia: Peter Landesman

Cast: Zac Efron, Ron Livingston, Tom Welling, Paul Giamatti, Jackie Earle Haley, James Badge Dale, Colin Hanks, Billy Bob Thornton, Jacki Weaver, Marcia Gay Harden
Produzione: American Film Company, The Exclusive Media Group, Playtone

Data di uscita: Venezia 2013