Venezia 70. Concorso
Un’aliena atterra in Scozia dallo spazio. Sotto mentite e sensuali spoglie, si mette alla guida di un automobile, adesca uomini, li porta in una casa isolata per farli sparire misteriosamente. Ripete la procedura per tutta la durata del film, prima di avventurarsi disorientata in un bosco.
A nove anni da Birth, accolto alla Mostra del Cinema fra fischi e stroncato quasi unanimemente dalla critica, Jonathan Glazer decide di tornare dietro la macchina da presa per partorire uno dei film più colpevolmente insensati degli ultimi anni. Del romanzo da cui è tratta la pellicola, Sotto la pelle dello scrittore anglo-olandese Michel Faber, non resta che la microscopica idea di partenza.
Le azioni della strana visitatrice non hanno cause, né conseguenze. Se l’ironia del romanzo condannava le vittime a venire macellate nello scantinato e rivendute su un altro pianeta come carne pregiata, Glazer non concede nessun spunto narrativo. Osserva assopito la misteriosa donna che vaga tra Glasgow e le Highlands prima di far fuori i cascamorti di turno, all’interno di sequenze enigmatiche pericolosamente vicine allo spot J’adore.
Buona parte del film è girata con attori non professionisti; le scene in luoghi pubblici sono riprese da candid camera nascoste agli occhi dei passanti, ignare comparse di questa imbarazzante operazione cinematografica che sotto una patina onirica cela un agghiacciante vuoto d’idee.
“Il film è incentrato sull’idea di vedere il nostro mondo con occhi alieni” ripete ossessivamente Glazer a chiunque chieda scoraggiato un perché. “Non è un film di tematiche, ma di sensazioni”, spiega con lo sguardo intimorito del bambino che sa di aver rubato il biscottino dalla credenza. Siamo quindi a un passo dalla tacita ammissione che non c’è senso alcuno se non quello di una banale allegoria dello straniero spaesato dalla società e dal paesaggio che lo circondano, riproposto nel peggiore dei risultati possibili.
Presuntuosamente ostinato a svuotare il romanzo di ogni significato e creare un film di superfici, Glazer accatasta uno sconnesso collage di vacue suggestioni visive. Salvo qualche sporadica caduta nel kitsch che regala istanti di divertimento (alle spalle del regista), tocca aspettare il finale prima che il ridicolo trionfi in tutto il suo fiammeggiante splendore. Il che è, forse, l’unico motivo che potrebbe convincere lo spettatore a trattenersi oltre il quarto d’ora.
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Titolo originale: Under the Skin
Nazione: Regno Unito, USA
Anno: 2013
Genere: Drammatico
Durata: 107’
Regia: Jonathan Glazer
Cast: Scarlett Johansson
Produzione: Nick Wechsler Productions, JW Films, Film4, BFI, Silver Reel Entertainment, Creative Scotland
Distribuzione: BiM Distribuzione
Data di uscita: Venezia 2013