Era l’aprile dell’anno scorso quando, ricevendo il suo David di Donatello come miglior attore protagonista, Claudio Santamaria si levava il cappello in diretta nazionale scoprendo una testa quasi completamente pelata e facendo incuriosire i numerosissimi fan sparsi in tutta Italia, impazienti di sapere quale ruolo richiedesse tale acconciatura. Poco più di un anno dopo, per il pubblico della 74ma Mostra del Cinema di Venezia l’arcano è finalmente svelato, ma non sono solo i capelli a mancare all’attore romano nella sua ultima fatica: in Brutti e cattivi, esordio alla regia per lo scenografo e storyboard artist Cosimo Gomez, Santamaria è er papero, uno squattrinato criminale di periferia senza capelli ma soprattutto senza gambe.
E non se la passano meglio nemmeno gli altri “brutti” protagonisti della grottesca commedia: al fianco del papero ci sono la sua compagna, ovvero la ballerina (Sara Serraiocco), una traduttrice di cinese nata senza braccia ma abilissima nel fare qualunque cosa solo con piedi e gambe, il fumatissimo Giorgio Armani elegantemente soprannominato er merda (interpretato da un inedito Marco D’Amore capellone), il nano scassinatore Plissé (nei suoi panni il minuscolo ma fortissimo Simoncino Martucci, una sorta di Verne Troyer nostrano che però sa recitare e pure bene) e il misterioso prete blasfemo Don Charles (Narcisse Mame), in realtà un terrorista musulmano e criminale di guerra. Questa specie di freak show de borgata si inseguirà in una frenetica ora e mezza per aggiudicarsi la refurtiva di una rapina in banca tra tradimenti, pugnalate alle spalle, misticismo, mafia cinese e chi più ne ha più ne metta.
Se nel 2016 Lo chiamavano Jeeg Robot ha dimostrato che al pubblico italiano piace divertirsi e non ha paura di esagerare, i produttori e gli autori di una commedia grottesca e fluorescente come Brutti e cattivi non hanno certo ignorato la lezione: Cosimo Gomez (affiancato in sceneggiatura da Luca Infascelli) decide di andare sul sicuro scavalcando il politicamente corretto e affibbiando ai suoi cattivissimi protagonisti le peggiori deformazioni, malattie e disabilità, e dov’è possibile rendendoli sempre più cattivi e più infami man mano che il film prosegue. É vero che non basta uscire dagli schemi e osare più degli altri per fare un bel film, ma in un paese in cui le commedie si fanno sempre più alte e sempre meno divertenti non si può che essere contenti di vedere un film in cui si ride ininterrottamente per ottantacinque minuti, anche se per merito dei meccanismi più bassi e più rozzi che alla fine, si sa, sono quelli che in fondo ci piacciono di più.
Questo non significa certo che Brutti e cattivi non presenti delle criticità, come una regia e un montaggio un po’ raffazzonati (compreso qualche errore di regia, del resto perdonabilissimo a un esordiente), ma la leggerezza e la voglia di divertire che aleggia per tutto il film rende ogni mancanza e ogni dimenticanza completamente trascurabile. Una trama così sopra le righe riesce poi non solo nell’obbiettivo di divertire il pubblico ma anche in quello di tenerlo incollato allo schermo, con un intreccio contorto e farcito di colpi di scena che rendono impossibile chiudere gli occhi anche al più narcolettico degli spettatori. Un applauso va anche ai costumi, al trucco, alla scenografi a e a tutto l’art department che è riuscito a restituire dei personaggi al limite del surreale inseriti in una periferia romana fosforescente e allucinogena. Non sarà il film più bello del 2017, non sarà il nuovo Jeeg Robot e magari non sarà nemmeno la commedia più divertente dell’anno, ma Brutti e cattivi fa ridere, intrattiene e per un’ora e mezza catapulta lo spettatore lontano dai suoi problemi e vicino ad alcuni dei personaggi più scorretti e fuori di testa della prossima stagione cinematografica nostrana.
Brutti e cattivi arriverà nelle sale italiane il 19 Ottobre 2017.