“Los Nadie” di Juan Sebastián Mesa

La vita dei giovani colombiani tra musica punk, ribellione e desiderio di fuga

los nadie colombia

È Los Nadie del giovane colombiano Juan Sebastián Mesa ad aggiudicarsi il premio vincitore della 31. Settimana Internazionale della Critica (SIC) di Venezia 73.

Insieme alla sua crew, composta di membri tutti alla prima esperienza con un lungometraggio, Mesa ha realizzato il suo primo film con un budget di soli 2000 dollari girandolo in 7 giorni tra le strade della pericolosa città di Medellín in Colombia.

Los Nadie, “I nessuno” nella traduzione italiana, sono i giovani protagonisti del racconto, tutti attori non professionisti scelti tra gli amici del regista. Mesa cerca di seguire con la sua macchina da presa le vite intrecciate di un gruppo di giovani che si dividono tra percorsi universitari che non danno soddisfazione, rapporti difficoltosi con genitori e parenti, rivolte politiche che minacciano le strade della città, concerti di musica punk e voglia di ribellione. Simbolicamente la loro emarginazione sociale, nel contesto di una città immensa e aspra, è rappresentata dalla passione che accomuna tutti loro: la giocoleria. I ragazzi si ritrovano spesso agli incroci cittadini per esibirsi ai semafori ottenendo nella maggior parte dei casi l’indifferenza degli automobilisti poco propensi a sostenere economicamente questi “sbandati”.

Ma il film è anche permeato da un forte desiderio di evasione: a legare le vite dei protagonisti è l’organizzazione di un viaggio attraverso il Sud America che offra loro stimoli culturali e sociali, nuove prospettive e soprattutto l’emancipazione dalle autorità rappresentate da genitori e istituzioni.

Si tratta in parte di un’esperienza autobiografica visto che Juan Sebastián Mesa ha realmente partecipato alla scena punk di Medellín, punto di riferimento colombiano per questo genere musicale, suonando in una band locale e ha compiuto a 20 anni lo stesso viaggio che i protagonisti vogliono intraprendere. E uno dei punti di forza del film è quello di riuscire a rappresentare una città e il suo tessuto sociale in un particolare momento storico.

Il regista di Los Nadie ha volutamente scelto i suoi protagonisti tra i ragazzi che frequentano quei luoghi di Medellín e ha cercato in loro soprattutto volti che potessero raccontare un’emozione senza il ricorso a espressioni o dialoghi artificiosi. Anche in questo si può definire il film un documentario con una storia da raccontare. Mesa ha dichiarato che non esisteva un vero e proprio copione a cui attenersi: ponendosi un obiettivo da raggiungere per ogni scena, l’interesse del regista era quello di dirigere gli attori in modo da raggiungere questo obiettivo insieme, in un lavoro di mutuo apprendimento.

“Fare il film ci ha insegnato che c’è sempre una via per raggiungere una soluzione”

dice Mesa ritenendo che la produzione del film sia stata una vera e propria palestra per apprendere il mestiere piuttosto che il punto di arrivo di un’idea.

Il bianco e nero scelto per il film (che fotograficamente risulta un po’ piatto), infine, è una scelta precisa di Mesa che l’ha immaginato così già in sede di scrittura della sceneggiatura: “Il bianco e nero rappresenta la routine da cui i giovani vogliono uscire e confonde lo spettatore a volte impedendogli di capire se la scena si svolge di mattina o al pomeriggio.”