“A SERIOUS MAN” di Ethan e Joel Coen

Io non ho ordinato "Abraxas"

Larry Gopnik è un uomo buono, un uomo serio, con un’esistenza tranquilla e regolata. A un certo punto della sua vita, però, una serie di inspiegabili disgrazie si abbattono su di lui: la moglie intende chiedere il divorzio, a scuola uno studente lo corrompe (e/o minaccia di denunciarlo) e un anonimo manda lettere che mettono in dubbio la sua moralità, la polizia indaga sul fratello, l’avvocato che potrebbe dargli una risposta risolutiva ha un improvviso infarto. Di fronte a questi, e altri, eventi, Larry si pone le domande fondamentali che ogni essere umano si pone: perchè il male? Perchè, Dio, proprio a me? E, soprattutto, perchè dovrei pagare Abraxas dei Santana al Club del disco del mese se non l’ho ordinato?

A serious man è un film chiaramente ispirato al libro di Giobbe (ma che ha anche altre citazioni bibliche: Abramo e Isacco nello studio del rabbino, ecc.) e agli interrogativi che questo solleva: l’esistenza del male, la sofferenza, il rapporto tra Dio e l’uomo, il mistero, la possibilità di comprendere il mondo.

Termina, come è tipico per i Coen, con un finale apertissimo – lasciando così lo spettatore con lo stesso rovello dei protagonisti. Ma l’intero film è disponibile a tutte le interpretazioni (anche le più fantasiose e bizzarre: ad esempio, i vari personaggi potrebbero essere, come suggerisce lo stesso protagonista rivolgendosi al rabbino, diverse facce di uno stesso essere). Del resto, in questo film (sicuramente, una delle punte di diamante della loro produzione) i Coen si divertono come sempre a creare false piste, a seminare indizi fuorvianti lasciando domande destinate a girare nella mente dello spettatore per giorni dopo la visione. Il tornado che si profila all’orizzone nel finale è un segno di Dio? O è semplicemente un fenomeno atmosferico? Oppure è solo una macchia di colore tra gli altri colori che compongono l’inquadratura?

A serious man è un film divertentissimo (lo studente coreano e il padre sono da antologia), ma è anche un film che assomiglia a un incubo. È un film profondissimo, ma è anche un film di invenzioni gratuite. È un film denso di significati, ma è anche vuota esibizione di abilità narrativa. È un film chiarissimo, ma è anche oscuro e indecifrabile. È un film edificante (“fai il bravo!”) o forse non ha nessun messaggio da dare. È un trattato di filosofia e un gioco enigmistico. È un racconto biblico (e tutte le sue interpretazioni rabbiniche) e un teorema di matematica (e la forma di quello stesso teorema). Un disegno geometrico e un caotico scarabocchio. Una tragedia e una raccolta di barzellette yiddish. È un apologo zen (la serena accettazione di quello che accade) e un saggio esistenzialista (l’angoscia della scelta). E i fratelli Coen sono Dio che costruiscono un universo chiuso, rigidamente definito e fondamentalmente inaccessibile oppure sono Giobbe che chiede conto a Dio del senso dell’esistenza.

A serious man è tutto. È una perfetta riproduzione in piccolo del Mondo (e, a sua volta, contiene racconti che lo riproducono in piccolo: il dentista e la richiesta di aiuto scritta sui denti). Cosa davvero sia è libero di deciderlo lo spettatore. Anzi deve deciderlo. Oppure no. Per ulteriori informazioni rivolgersi al rabbino Marshak.

Titolo originale: A Serious Man
Nazione: U.S.A.
Anno: 2009
Genere: Commedia. Drammatico
Durata: 105′
Regia: Joel Coen, Ethan Coen
Sito ufficiale: www.filminfocus.com/focusfeatures/…
Sito italiano: www.it.movies.yahoo.com/speciali/a-serious-man/
Cast: Michael Stuhlbarg, Richard Kind, Fred Melamed, Sari Lennick, Aaron Wolff, Jessica McManus, Peter Breitmayer, Brent Braunschweig
Produzione: Working Title Films, Mike Zoss Productions
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: Roma 2009
04 Dicembre 2009 (cinema)