A Taormina con Andrzej Żuławski e Vittorio Sgarbi

Il Festival si accende

Interessante master class stamane si è svolta al palazzo dei congressi del 57 TaorminaFilmFest. L’occasione di avere un grande regista come Andrzej Żuławski non capita tutti giorni e soprattutto non capita di ascoltare l’esperienza di un cineasta che ha lavorato con grandi artisti come Andrzej Wajda e ha condotto attori del calibro di Romy Schneider.

Il regista polacco affronta il tema della direzione artistica e dei contenuti dei propri film, manifestando grande padronanza della materia: “…Si diventa anziani e si cresce costruendo un bagaglio culturale che ci porta a valutare diversamente gli aspetti esteriori della realtà diversi da quando si è più giovani, ma ci sono giovani che osservano la realtà forse meglio di noi anziani: ognuno ha la propria caratteristica; non è meglio lavorare da giovani o con l’esperienza decennale da vecchio, bisogna captare il modo migliore di fare cinema”.

Il percorso di vita visto sotto un profilo umano ha reso l’incontro del regista intenso e curioso coinvolgendo anche molti giovani del Campus Universitario. Quest’ultimi sono stati stregati dall’incontro che successivamente ha visto la presenza divertita del critico Vittorio Sgarbi e il professore Emmanuele F. Emanuele presidente, che si sono espressi nell’argomento “L’arte e la cultura in una società senza valori”. Saltando dalla creatività italiana del momento alla mafia che penalizza ciò, dalle battute sul combattuto Berlusconi che ama le donne ma è costretto a fare la guerra, agli ex ministri Veltroni – Rutelli non laureati e pur ministri della cultura in Italia, dallo Stato che perde tempo a perseguire una criminalità che non avrà mai fine, al nuovo museo della mafia che si erge alla biennale di Venezia voluto dai due ospiti.
Manifestando immensa devozione alla cultura italiana, demonizzando chi invece vuole distruggere la nostra cultura cioè la mafia politicizzata in primis, Sgarbi chiude l’incontro con un esemplare consiglio a tutti i giovani presenti in sala: “Il movimento è vita e l’immobilismo è morte, non stiamo inermi ma combattiamo le sofferenze e le «capre» che girano nel nostro paese”.

Ma non poteva finire diversamente, qualche critico dall’alto gridando al buffone ha scaldato gli animi di tutti ma soprattutto del già conosciuto Sgarbi che a gran voce a chiuso come solito fare. Del resto il festival non è solo dibattito ma anche cinema come il film nel pomeriggio Le Chat du Rabi di J. Sfar in concorso nella sezione Mediterranea e Red State di Kevin Smith in concorso Oltre il Mediterraneo. La serata si è conclusa con la proiezione al Teatro Antico del film di Nich Hamm Killing Bono. Il regista di The Hole racconta la storia di Neil Mc Cormick, un ex compagno di scuola di Bono degli U2, anch’egli parte di una band ma non con lo stesso successo del leader irlandese.