Alessandro Mannarino presenta il suo lavoro “Al bar della rabbia” che lo ha portato ad essere inserito tra i canditati della sezione “Opera Prima” al premio Tenco 2009.
La prima immagine che viene in mente ascoltando Bar della rabbia, è quella di una fumosa taverna, avvolta dai suoni caldi di musicanti girovaghi di passaggio e dal profumo del vino. Sonorità balcaniche, gitane e latine, citazioni felliniane ed evoluzioni circensi si mescolano nei brani che compongono l’album di Alessandro Mannarino, e si ritrovano in Tevere Grand Hotel, Me so ‘imbriacato, Osso di seppia.
I testi surreali si inseriscono perfettamente in questo contesto musicale volutamente frastornato, con ritmi da marcetta e da stornello e accenni di fiati. Una dimensione provinciale, caratterizzata dall’uso del dialetto romano, emerge dalle canzoni unita a una sorta di sarcasmo popolare come avviene nella traccia che dà il titolo all’album.
Alessandro Mannarino strizza l’occhio a Vinicio Capossela nelle sonorità e nella costruzione dei testi, ma rimane legato a una dimensione più ristretta, più cittadina, e le storie notturne raccontate rimangono chiuse in un vissuto personale.
Bar della rabbia funziona bene nell’impasto sonoro e nella voce calda di Alessandro Mannarino che riesce a interpretare i testi senza essere mai sopra le righe e rendendo autentico il suo lavoro. L’album fa della sua particolarità il suo punto di forza e non ammette mezze misure: o si ama o si odia.
Tracklist:
1. Intro
2. Me so ‘mbriacato
3. Svegliatevi italiani
4. Elisir d’amor
5. Le cose perdute
6. Il bar della rabbia
7. Tevere Grand Hotel
8. Scetate vajo
9. Osso di sepia
10. La strega e il diamanti
11. Il pagliaccio
12. L’amore nero
13. Soldi
14. The end