Un giovane scrittore inglese, dopo la Grande Guerra, decide di trasferirsi in uno sperduto villaggio andaluso dove, tra la lettura e la scrittura, conoscerà una ragazza di cui non avrebbe mai immaginato di innamorarsi.
Il regista spagnolo Fernando Colombo con “Al sur de Granada” mette in scena la vita dello scrittore inglese Gerald Brenan che, a ventiquattro anni, arriva a dorso di mulo nelle Alpujarras, una suggestiva regione alle pendici della Sierra Nevada, tra Granada e il mare. Il giovane, sopravvissuto alla Prima Guerra Mondiale, ne ha abbastanza dell’educazione vittoriana e delle rigide convenzioni inglesi. Affascinato da quei luoghi, dagli abitanti e dai loro usi e costumi, il scrittore britannico rimane per 14 anni in quel piccolo villaggio, guadagnandosi il rispetto della gente per i quali diventerà Don Gerardo, e l’amore della sensuale Juliana, una ragazza del posto che immediatamente lo affascina.
E’ sicuramente nella prima parte del film che il regista spagnolo dà il meglio di sé. Ben delineato è l’atteggiamento dello straniero nei confronti del nuovo gruppo ed il suo spaesamento e disorientamento. Il trauma nell’affrontare abitudini nuove e diverse rispetto a ciò a cui è avvezzo; la voglia di inserimento nel nuovo gruppo utilizzando alcuni intermediari per pianificare particolari strategie, la scoperta che le cose nel suo nuovo ambiente appaiono molto diverse da come egli si aspettava che fossero, l’inefficacia di tutto un sistema di interpretazioni che va messo da parte perché nella sua particolare posizione non esiste il dare per scontato ma si deve verificare tutto di volta in volta. Tutto questo è ciò che deve affrontare Gerarld al suo arrivo. Il remoto villaggio sulle montagne con i suoi abitanti non è per lui un rifugio ma un campo di avventura.
Il giovane attore Matthew Goode è convincente nella sua interpretazione e tutti i personaggi del film risultano ben delineati creando un piacevole film corale ( il goffo amico Paco, il passionale parroco Don Virgilio, la domestica Maria e la sua figlia Angeles). Dopo la prima metà del film ricca di numerose situazioni buffe e divertenti a causa dello spaesamento, dell’imbranataggine e dell’ingenuità del giovane,vengono meno i tratti caratteristici della commedia spagnola per lasciar spazio alla storia d’amore tra Gerald e Juliana; ed è da questo punto che il film perde quella verve e quell’originalità che aveva caratterizzato la prima parte. Non ha importanza se la conclusione non lascia spazio a un lieto fine, il film grazie ad una fotografia calda e sensuale, unita al formato panoramico del cinemascope, dipinge sullo schermo una Spagna affascinante che sembra emanare odori di olive e di frantoi, di cipolle, di rosmarino e di tutte le erbe aromatiche del sud, e mette addosso un irrequieto desiderio di lunghe camminate alla ricerca dell’ “unione con l’antico mondo pagano del mediterraneo”
(Premio all’ 8° edizione del VeronaFilmFestival – Schermi d’amore 2004 per la migliore cinematografia)
Regia: Fernado Colombo
Sceneggiatua: fernando Colombo, Jonathan Gathorne-Hardy
Fotografia: Josè Luis Alcaine
Interpreti: Matthew Goode, Veronica Sàchez, Guillermo Toledo, Consuelo Trujillo, Antonio Resines