Alfie è un playboy londinese che si è trasferito a Manhattan dove spera di fare fortuna e incontrare quante più belle donne possibile.
In merito ad una approfondita analisi da parte di critici della inglese Screen Select, è emerso che sono 10 i peggiori remake “fabbricati” nell’ultimo decennio dal cinema americano. La classifica vede al primo posto La vendetta di Carter (2000), remake di Carter di Mike Hodges (1971), che risulta essere il peggior film in assoluto. Il remake di Alfie di Charles Shyer occupa il sesto posto. L’originale risale al 1966 con la regia di Lewis Gilbert e Michael Caine protagonista principale.
La prima versione era un insieme di finzione e realtà che al pubblico dell’epoca apparve scioccante e al tempo stesso innovativo. Per il regista era basilare che il film restasse vicino allo stile della versione originale e in particolare degli “swinging sixties”. In questo riadattamento contemporaneo l’idea era soprattutto quella di inserire nei costumi elementi tipici degli anni Sessanta pur mantenendo uno stile moderno, sobrio e vicino alla realtà.
Alfie va a letto con ogni donna perché non riesce ad innamorarsi di nessuna. Può ripetere a se stesso, finché gli pare, che nella vita ci sono solo il vino e le donne, ma sa benissimo che se gli riuscisse finalmente di innamorarsi cambierebbe vita in un istante. Questo il punto di svolta del film. E’ possibile che una sciupafemmine come Alfie, ad un certo punto, viva un momento di crisi? Sembrerebbe di si. Ad un certo punto, infatti, si trova costretto a mettere in discussione il suo stile di vita in apparenza allegro e spensierato. Ed è, forse, questo passaggio di tono la parte meno riuscita della pellicola. L’evoluzione di un uomo che prima vive alla giornata e poi cerca di dare un senso alla sua esistenza è reso in maniera troppo smaccata, tracciando un confine netto e, alcune volte, confuso tra elementi comici e drammatici.
Jude Law (Alfie) è presente in ogni singola scena e spesso è impegnato in un dialogo intimo con il pubblico. Il regista e la co-sceneggiatrice hanno deciso di raccontare la storia del protagonista utilizzando le sue stesse parole. A tal fine, hanno adottato la complessa tecnica presente nel classico degli anni Sessanta in cui il protagonista si rivolge direttamente al pubblico. Esprime sempre quello che gli passa per la testa. Il problema è che questo porta il personaggio di Jude Law ad essere ancor più invasivo nei confronti del pubblico di quanto già non sia in fase di scrittura. Il fatto, poi, che di Alfie ci venga mostrato quasi esclusivamente il lato negativo, bastardo, certo non ci aiuta a simpatizzare con lui. Lo stile registico di Shyer appare piuttosto ricercato (fate caso ai cartelloni pubblicitari, tra le altre cose) ma privo di ritmo, e tutto sommato l’eleganza della pellicola nasce esclusivamente dalle note delle canzoni scritte da Mick Jagger e Dave Stewart. L’impressione generale è che con tutto questo parlare, in fondo in film abbia ben poco da dire…
Titolo originale: Alfie
Nazione: Regno Unito, U.S.A.
Anno: 2004
Genere: Commedia
Durata: 103′
Regia: Charles Shyer
Sito ufficiale: www.alfiemovie.com
Sito italiano: www.alfie.it
Cast: Jude Law, Susan Sarandon, Marisa Tomei, Nia Long, Sienna Miller
Produzione: Elaine Pope, Charles Shyer
Distribuzione: UIP