Grande successo al Teatro Verdi di Padova per l’”Antigone” di Sofocle diretta da Giulio Bosetti. Il meraviglioso e immortale testo greco, nell’efficace e suggestiva traduzione di G. Raboni, ancora una volta ha suscitato stupore, emozione, commozione.
La vicenda è quella di Antigone, figlia di Edipo, che sfida il decreto di Creonte, re di Tebe, e va così incontro alla morte, per seppellire il fratello Polinice, morto mentre attaccava la città. Ella è spinta dall’amore e dalla necessità di non tradire la pietà dovuta ai morti, una legge non scritta, ma quanto mai viva e forte. Contro di lei Creonte, portavoce delle leggi della convivenza civile, dell’ordine, del buongoverno. Dopo la condanna della ragazza la situazione precipita e Creonte vi trova avvolto in una spirale di morte che lo porta a perdere tutti gli affetti e ad essere annientato dal dolore e dal rimorso.
Giulio Bosetti ha messo in scena l’”Antigone” con sapiente maestria, riuscendo a far vivere e a rendere unico protagonista il testo greco, di per sé bellissimo e incisivo. Tutto, infatti, è stato studiato per dare risalto alla vicenda eterna e sempre attuale di Antigone, senza stravolgimenti e modernismi e senza nulla aggiungere o togliere alla completezza dell’opera di Sofocle. Se tali erano gli obiettivi, a detta dello stesso regista, si può ben dire che questo allestimento ha colto nel segno. Risultano quindi indovinati la scenografia scarna, i costumi semplicissimi e il disegno delle luci, unico a sottolineare i momenti della tragedia e ad accompagnare i protagonisti.
E impeccabile appare la recitazione, mai sopra le righe, sempre funzionale a valorizzare le parole del testo greco. Lo stesso Bosetti interpreta Creonte e ne disegna la parabola, da arrogante tiranno certo della propria ragione a uomo disperato, abbattuto da dubbi e da una punizione smisurata. Sandra Franzo nei panni di Antigone ben interpreta il coraggio e l’ardore, ma anche l’angoscia, della giovane mentre Marina Bonfigli dà forza e dignità all’angosciante figura di Euridice. Efficace anche la scelta di far recitare il coro agli stessi protagonisti, in un alternarsi suggestivo di voci.
E così anche oggi, dopo più di duemila anni, la tragedia ha saputo incantare e suscitare spunti e riflessioni, fedele al suo ruolo, sempre capace di generare la “catarsi” per cui era creata e messa in scena. Come non sentire attuale, infatti, il conflitto tra leggi scritte, dettate da ragione e convenzioni, e leggi morali, spesso aperte ad un respiro più ampio, ad uno sguardo di comprensione e perdono? Come non riconoscersi nei protagonisti che discutono del valore e del potere della razionalità, che è il bene sommo, ma che nulla vale se non vi è il desiderio di rivolgerla al bene e la disponibilità ad ascoltare le ragioni dell’altro? E come non lasciarsi toccare dagli ammonimenti a Creonte sulla pericolosità della superbia e della presunzione? In poco più di un’ora, Sofocle riesce a penetrare profondamente e con chiarezza cristallina la mente e il cuore dell’uomo e ci lascia ammutoliti di fronte alla sua modernità e forza.
Teatro Verdi
ANTIGONE
di Sofocle
interpreti: Giulio Bosetti, Marina Bonfiglio, Sandra Franzo, Silvia Ferretti, Tommaso Amadio, Massimo Loreto, Francesco Migliaccio, Alberto Mancioppi, Giuseppe Scordio
Costumi: Guido Fiorato
Musiche: Giancarlo Chiaramello
Movimenti mimici: Marise Flach
Disegno luci: Pasquale Mari