Nel 1972, gli Who suonavano a Roma. 35 anni dopo gli inglesi tornano finalmente in Italia, per uno dei concerti più aspettati di questo inizio estate. L’Arena di Verona è colma d’attesa per Pete Townshend e Roger Daltrey, chitarra e voce, o più semplicemente i fieri reduci del gruppo più influente della storia del rock.
Can’t explain. The seeker. Substitute. Who are you. Fragments. Quattro pietre miliari nella discografia degli Who e una testimonianza del loro ritorno, l’ottimo Endless Wire. Poi la pioggia, a far temere per il proseguimento dell’esibizione e a rovinare la voce di Roger. Poi ancora Pete, a prendere per mano i quattordicimila presenti e a guidarli nonostante le difficoltà nella storia del rock.
Nell’urlo arrabbiato di Daltrey, alla ripresa di Won’t get fooled again, l’amore di un gruppo che evidentemente l’Italia non ha mai ricambiato abbastanza.
Love reign O’er me
Only love
Can make it rain
The way the beach is kissed by the sea.
Only love
Can make it rain
Like the sweat of lovers’
Laying in the fields.Love, Reign o’er me.
Love, Reign o’er me, rain on me.Only love
Can bring the rain
That makes you yearn to the sky.
Only love
Can bring the rain
That falls like tears from on high.Love Reign O’er me.
On the dry and dusty road
The nights we spend apart alone
I need to get back home to cool cool rain.
The nights are hot and black as ink
I can’t sleep and I lay and I think
Oh God, I need a drink of cool cool rain.