AZIMUT/H. Continuità e nuovo

Peggy Guggenheim Collection, Venezia

La mostra “AZIMUT/H. Continuità e nuovo” propone al visitatore un’indagine approfondita e stimolante sulla galleria e sulla rivista fondate nel 1959 a Milano dagli artisti Piero Manzoni ed Enrico Castellani, durate pochi mesi ma capaci di incidere con energia sull’arte del secondo dopoguerra.

Il curatore ricostruisce puntualmente la temperie storica e culturale di quel periodo, cospargendo lo spazio di frammenti di un mosaico tutto da ricostruire, attraverso la vicinanza fisica con le opere e la visione di elementi documentativi del periodo, inseriti in sale neutre ed intime che stimolano un’immersione spontanea e totale.

La prima sala esordisce con opere di artisti inclusi nel primo numero della rivista come Lucio Fontana, indiscusso punto di riferimento nella poetica dei due fondatori con le sue ricerche attorno al gesto-segno e alla concettualità, accompagnate da una visione ironica dell’arte esemplificata dall’opera Io sono un santo, Io sono una carogna (1958). Nello stesso spazio prendono posto grandi nomi internazionali come Rauschenberg, Johns, Tinguely, Klein e Burri mossi da sperimentazioni nell’ambito delle tecniche e dei materiali, da ricerche tra pittura e oggetto e dall’analisi degli aspetti della comunicazione artistica. La seconda sala offre la presenza di tele asettiche e monocrome di Castellani e Manzoni vivificate da leggere escrescenze, rilievi, grinzature e cuciture volte ad azzerare la pittura e a sollecitare la percezione nel fruitore.

La terza sala si propone di indagare gli aspetti legati all’opera-oggetto e all’opera-spazio mostrati dai nostri e dagli esponenti neo-dada in un’ottica anti-soggettiva, come in Fiato d’Artista di Manzoni, in Bronzo dipinto di Johns e in Spugna-scultura blu di Klein. La quarta sala presenta i lavori di esponenti delle tendenze cinetiche e programmatiche appartenenti al Gruppo T e al Gruppo N (come Colombo, Bonalumi e Anceschi) volti a sviluppare le dinamiche ottico-percettive insite nell’arte visuale. Nella penultima sala gli acromatici Pacchi da viaggio di Manzoni si accostano alle tele in acrilico argentato di Castellani capaci di riflettere la luce e alle opere di Morellet, Mack, Uecker, Schoonhoven e Piene che cercano di trasformare le tele in oggetti geometrici e mobili dalle forti suggestioni spaziali. L’ultima sala conclude il percorso con il quadro peloso in fibra artificiale Achrome di Manzoni, dall’identità immateriale ed eterea, e con il Dittico Angolare di Castellani la cui superficie rossa diventa pura estensione dello spazio.

L’esposizione propone un’immersione nel terremoto creativo provocato da due artisti che gettano le basi per le ricerche poveriste, concettuali e performative di poco successive, a partire dall’opera che introduce la mostra: la Base magica di Manzoni, su cui si può salire diventando sculture viventi e scattare una foto per far vivere l’opera.

AZIMUT/H. Continuità e nuovo
a cura di Luca Massimo Barbero
20 settembre 2014 – 19 gennaio 2015
Peggy Guggenheim Collection
704 Dorsoduro, Venezia
Orario: 10-18. Chiuso il martedì
Biglietti:
Adulti: 14€ Biglietto convenzioni: 12€
Senior oltre i 65 anni: 12€ Studenti fino a 26 anni: 8€
Bambini fino a 10 anni, soci: gratuito
www.guggenheim-venice.it