“Acciaio” di Stefano Mordini

Un film che si lascia guardare

Anna e Francesca sono due tredicenni di oggi che vivono a Piombino, cittadina di provincia come tante.
Da questa provincia apparentemente senza prospettive, si vede a distanza l’isola d’Elba, un altrove a cui Anna e Francesca aspirano dal loro quotidiano fatto di noia e di desideri incerti.

In un mondo di adulti barcollanti che non conoscono alternative tra ignorare e fare la voce grossa, le due ragazzine si nutrono di quest’amicizia assoluta e morbosa, come solo a tredici anni può essere: giocano, sognano, scherzano, si atteggiano da donne, esibendo una malizia che sa di vuoto e fragilità.

Il film segue le due protagoniste intrecciando le loro vicende con quelle degli adulti, tra cui spicca Alessio, il fratello di Anna: prigioniero di una vita che non ama ma che non osa cambiare, rancoroso e costretto a colmare in famiglia il vuoto lasciato da un padre assente, questo è legatissimo alla sorella, verso cui indirizza tutto l’affetto, la protezione e la tenerezza di cui è capace. Al centro di tutto la fabbrica, colosso amato e odiato, con il suo profilo grigio e fumoso che avvolge gli abitanti in una stretta che annichilisce e protegge al tempo stesso.

Con Acciaio Stefano Mordini porta al cinema il romanzo omonimo di Silvia Avallone (che partecipa alla sceneggiatura) ricalcandone passo dopo passo la struttura e le situazioni principali. Il risultato è un miglioramento del testo di partenza, che spesso scivolava nel cliché e in una scrittura forzatamente realistica: sullo schermo prende corpo una storia con un suo ritmo – seppure a tratti un po’ lento – e con una regia elegante, che decide di non indugiare nei riferimenti sessuali ricorrenti nel romanzo; i personaggi non sempre riescono a rivelarsi a trecentosessanta gradi, ma quando questo accade il risultato viene raggiunto con dialoghi ridotti al minimo, ricorrendo piuttosto alle immagini e ai gesti.

Tutto ciò è stato possibile anche grazie a un ottimo cast, dalle due giovani esordienti (Anna Bellezza e Matilde Giannini), al sempre più convincente Michele Riondino, capace di parlare con gli sguardi e con il corpo, come solo i veri attori possono fare. La fotografia che vuole scattare Mordini si lascia guardare, grazie ai pregi che non mancano, offrendo suggestioni e spunti. Di qui a lasciare davvero il segno, il passo è lungo.

Titolo originale: Acciaio
Nazione: Italia
Anno: 2012
Genere: Drammatico
Durata: 95′
Regia: Stefano Mordini
Cast: Michele Riondino, Vittoria Puccini, Matilde Giannini, Anna Bellezza, Francesco Turbanti, Luca Guastini, Monica Brachini, Massimo Popolizio
Produzione: Palomar, Rai Cinema, Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale Cinema
Distribuzione: Bolero Film
Data di uscita: Venezia 2012
15 Novembre 2012 (cinema)