Ad Amsterdam, duemila persone hanno posato nude per Spencer Tunick

Dopo Città del Messico una nuova “installazione” di Spencer Tunick

“Generalmente lavoro alle prime ore dell’alba perché le persone sono meno tese e poi non amo molto la luce piena del giorno, preferisco colori come il blu inchiostro o il grigio. Per le mie foto non capita mai che selezioni le persone secondo criteri di bellezza fisica, ritraggo solo chi me lo chiede.”
Spencer Tunick

Amsterdam: nuove “maxi-fotografie” formate da migliaia di persone in costume adamitico per l’illustre fotografo americano Spencer Tunick. Prima le immagini di Città del Messico, dove il famoso artista aveva battuto il record della miglior opera visiva. Ora ha voluto stupire ancora l’universo con i suoi nuovi lavori di Amsterdam. Fanatici di nudismo, colpiti da manie di protagonismo, o molto più semplicemente sostenitori del “nudo d’autore”? Dei comunissimi “volontari”, che ogni volta si presentano per compartecipare alle sessioni fotografiche di Tunick. Ad Amsterdam, presso la “Europarking”, si sono presentati in duemila, disposti a spogliarsi per essere accolti a far parte di una colossale opera artistica.

Per il suo ultimo capolavoro Spencer ha eternato un gruppo d’improvvisati interpreti in quattro diversi scatti, ritraendoli in due differenti zone della metropoli olandese. La prima immagine li ritrae presso un sito del tutto insolito: un parcheggio a spirale. Per la seconda sono state impegnate solo donne, scelte direttamente dal fotografo fra tutte quelle presentatesi. Il gruppo è stato immortalato in bicicletta su uno dei ponti più caratteristici di Amsterdam. Le altre due fotografie, viceversa, hanno avuto per protagonisti solo gli uomini nei pressi del precedente parcheggio, e per finire in un gruppo eterogeneo su un altro ponte della città.

Spencer Tunick (Middletown, New York, 1967), è un fotografo statunitense. Dopo aver ottenuto il “Bachelor of Arts” nel 1988, Tunick inizia a fotografare nudi per le vie di New York (1992). In realtà è molto popolare proprio per le sue immagini che ritraggono persone nude, soprattutto in svariati contesti urbani e non solo negli States, ma anche in Italia, a Roma in Piazza Navona nel 2001. Saltuariamente propone nudi individuali, o a piccoli gruppi, inseriti in ambienti insoliti.

Nelle sue foto centinaia di corpi senza veli invadono gli spazi metropolitani, eleggendosi quale lembo del paesaggio. Spencer Tunick è uno dei pochi artisti in grado di far spogliare centinaia di persone simultaneamente per poi trasmutare il tutto in veri e propri happening. Lui stesso definisce le proprie composizioni “installazioni di nudo su larga scala”: una struttura surreale di collages umani, i cui tasselli sono corpi spogli e usati come pezzi di un mosaico tridimensionale. Tunick da anni dispone i corpi aiutandosi con un megafono, per poi dirigere il tutto dall’alto, avendo così una visione d’insieme. I suoi soggetti, nella maggior parte dei casi, gli danno retta sfidando il freddo e le avverse condizioni atmosferiche con una serenità e una venerazione che solo un autentico “guru” può ottenere. In cambio, i suoi modelli non domandano nulla: essendo consapevoli di essere dei semplici volontari riuniti tramite “Internet”, o col classico e intramontabile “passaparola”, in grado però di solcare gli oceani.

Le immagini di massa di Spencer Tunick non hanno a che fare con le lotte per gli ideali “d’amore libero” su schema “woodstockiano”. Sua intenzione è di riconsegnare al corpo dell’uomo, nella sua imperfezione, la propria irrinunciabile dignità. Le immagini fotografate narrano di centinaia di corpi che, essendo spogli, perdono le loro disuguaglianze.

Armonico, patinato, senza difetti: è il corpo che la gran parte dei mass-media ormai impone incontrastata. Proprio su questo tipo di cliché culturale medita Tunick con le sue rappresentazioni, in cui gli esseri umani smarriscono le loro sembianze corporali per conquistare invece forme astra
tte in un paesaggio che fa loro da contorno.
Leader incontrastato del nudo di massa, l’estroso fotografo, oltre al proprio carisma, si avvale della collaborazione di due assistenti per realizzare delle immagini già diventate un fenomeno sociale di massa. Vedendole non si può sicuramente parlare di volgarità, bensì di autentiche opere d’arte.