Alessia Gazzola racconta Alice Allevi

Merenda con delitto

Bere una squisita cioccolata calda in compagnia di un’autrice che, libro dopo libro, sta affilando sempre di più la sua penna gialla, è un assoluto piacere letterario.

Abbiamo fatto una dolce chiacchierata con Alessia Gazzola, classe 82, anatomopatologo e romanziera dalla cui penna è uscita Alice Allevi, sbadato medico legale, ma dalla passionale capacità intuitiva.

Tutto inizia nel gennaio 2011 con L’Allieva. Alice Allevi viene iscritta negli albi del genere “crime”, insieme ad altri investigatori di più lungo corso, dagli amanti della sua talentuosa narrazione gialla, allegramente striata di ironia – “ma io non sono una classica giallista – ci racconta tra una cucchiaiata di cioccolata e una crostata all’albicocca. Le (dis)avventure di questo determinato medico legale continuano con Un segreto non è per sempre, con il prequel Sindrome da cuore in sospeso, poi con Le Ossa della Principessa e, fresco di stampa, con Una Lunga Estate Crudele.
_ La caratteristica di questi romanzi? Si leggono tutti d’un fiato. Alessia Gazzola ha la brillante, rara, innata dote di saper tenere il lettore incollato alla storia pagina dopo pagina, scrivendo storie concrete – “ci tengo alla verosimiglianza”ci dice – con una leggerezza d’animo limpida come gli occhioni della sua protagonista.

Quanto tempo impieghi a scrivere un romanzo?

“La stesura mi occupa sei mesi. Poi il lavoro di editing può durare due o tre mesi. La trama orizzontale, su come devono evolvere Alice e gli altri personaggi, l’ho chiara da subito. Per il caso “giallo”… beh io dico sempre che aspetto la folgorazione, allora so di avere l’idea giusta. Di certo, non inizio mai a scrivere se non mi è chiaro, parlando della trama verticale, il dove, chi uccide chi, il perché e almeno se non trovo un assassino alternativo a quello che ho in mente. Se non ho ben chiaro questo, mi conosco, mi areno. Poi dettagli e indizi li costruisco in corso d’opera.”.

Hai mai considerato Alice Allevi un alter ego?

“No. Non è assolutamente un alter ego. Mi piace pensare a lei come se fosse una sorellina più piccola”.

I casi di Alice Allevi stanno per diventare una serie tv, hai mai provato un senso di gelosia nel “lasciare andare via Alice”?

“No, figurati. Io sono felicissima che si realizzi questa serie televisiva. Pensa che L’Allieva uscì a gennaio 2011 e, a marzo, la Endemol aveva già acquistato i diritti. Sono quattro anni che si sta parlando di questo progetto. Io a un certo punto ho pensato che non se ne facesse più nulla, perché continuavano a rimandare. Gli addetti ai lavori mi hanno rassicurata, mi hanno detto che è normale, che i ritmi di queste produzioni scorrono molto lenti.
_ Ho partecipato alla sceneggiatura. Anche se ci sono stati dei cambiamenti, ad esempio Yukino, la coinquilina giapponese di Alice, è un personaggio più amplificato rispetto al libro.
_ L’unica cosa che mi interessa è che lo spirito dei romanzi sia centrato, che il contenuto del libro sia preservato”.

Ma che fine ha fatto Yuchino? In Una Lunga Estate Crudele non è nemmeno accennata!

“Non la sopportavo più! Mi annoiava. Io sono un’amante della cultura giapponese. In viaggio di nozze sono stata in Giappone… Credo di non essere riuscita a rendere Yuchino come avrei voluto”.

Un bilancio su Alice?

“Direi che ha imparato ad accettare i lati positivi della sua confusione. Per il futuro non saprei, sono aperta a qualunque cosa nei suoi confronti”.

Sai già chi interpreterà Alice Allevi?

“Stanno facendo il casting in questi giorni. Probabilmente sceglieranno un’attrice esordiente. L’importante è che il personaggio di Alice non sia troppo caricaturale o drammatico.
_ Del resto penso a Montalbano. Zingaretti non c’entra nulla con il Montalbano delle pagine di Camilleri, eppure è perfetto nel ruolo”.

I famigliari di Alice Allevi, soprattutto la madre, quando qualcuno si sente poco bene, dicono “forse è meglio chiamare un medico!” e Alice si risente. A te è mai capitato?

“Assolutamente, ma sono io a volerlo chiamare! A ciascuno il suo. Mia figlia la porto dal pediatra”.