2-3 aprile 2009
Amleto da William Shakespeare
di e con MICHELE SINISI
collaborazione alla scrittura scenica di MICHELE SANTERAMO – assistenza di MARCELLA NOCERA – costume di LUIGI SPEZZACATENE – cura del progetto di ANTONELLA PAPEO
COPRODUZIONE FESTIVAL CASTEL DEI MONDI DI ANDRIA
SOSTEGNO ALLA PRODUZIONE FESTTEATRO – PONTEDERATEATRO – ARMUNIA – PICCOLO OSSERVATORIO UNIVERSALE GARZIA PARTNER TECNICO ARTEFATTIADP – CLAUDIO KOUGLA STUDIO
Amleto si trova in una stanza e vive in completa solitudine la sua storia. I fatti, i personaggi, sono caduti davanti ai propri occhi e malgrado il suo volere e i suoi desideri deve confrontarsi con questi e prendere delle decisioni. La tragedia sta nel fatto che deve comunque risolvere la sua storia da solo, deve stare lì a parlare con personaggi assenti. Polonio, Re Claudio, Ofelia, Laerte, la madre Gertrude, l’attore della compagnia girovaga, non ci sono o forse non sono arrivati. Solo le sedie gli fanno compagnia. L’unica presenza reale è il fantasma del padre che in quanto tale lo metterà al corrente di ciò che veramente è successo. La storia è quella che tutti noi conosciamo e il testo scespiriano è smontato e reintrodotto sulla scena attraverso un soliloquio che vuole rendere in modo chiaro lo svolgersi della storia sino alla morte.
Le sedie vuote saranno le uniche testimoni della sua esperienza.
È possibile aggiungere ancora qualcosa ad un opera che è mito-teatrale? Ho cercato di avvicinarmi a più riprese al suo nucleo drammatico attraverso vari laboratori ma puntualmente mi confrontavo con l’ossessiva e malinconica qualità della lingua scespiriana. Scoprivo di essermi avvicinato ad un mistero senza riuscire a svelarlo del tutto.
Una tragedia che sfugge all’analisi o che accetta tutte le analisi mentre racconta di un uomo che non accetta nulla. Rimane il mistero di un essere umano chiuso nella stanza dei ricordi e delle immagini che più l’assillano e da cui non vede l’ora di liberarsi.
L’intensità favolosa delle sue utopie che non riesce a sostenere.
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4-5 aprile 2009
Cirano da Edmond Rostand
di Michele Santeramo – musiche di Giorgio Vendola
con Michele Santeramo/Giorgio Vendola
cura del progetto Antonella Papeo
COPRODUZIONE COMUNE DI ANDRIA IN COLLABORAZIONE CON IL FESTIVAL CASTEL DEI MONDI DI ANDRIA SOSTEGNO ALLA PRODUZIONE COMUNE DI TERLIZZI /PROVINCIA DI BARI / REGIONE PUGLIA
Cirano è innamorato di sua cugina Rossana. Ma lei è innamorata di un bel giovane, Cristiano, che la ricambia. Cirano è brutto e lo sa, perché ha un naso troppo lungo, sul quale gli uccelli potrebbero farci il nido.
Fa schifo Cirano a guardarlo, oggi si rifarebbe il naso.
Cristiano è bello ma non sa parlare. Rossana non ci ha mai parlato. Rossana ama sentire ben parlare.
Cirano sa parlare, gran rimatore, e gran spadaccino.
Cirano e Cristiano mettono insieme un corpo bello e un’anima bella, e fanno un’altra persona.
E Rossana, Rossana come si innamora di questa persona che non esiste, e che è la somma di questi due.
Ma poi c’è da andare a fare la guerra. E la guerra uccide, peggio del tabacco.
Cristiano muore e Rossana se ne va in convento.
Cirano per 14 anni, ogni settimana va a trovarla, e non le rivela mai l’amore che da sempre ha per lei. Ma una sera, qualche minuto prima che Cirano muoia assassinato, lei capisce che le lettere che ha amato non erano di Cristiano, ma di questo suo cugino nasone, questo che oggi si sarebbe rifatto il naso. E glielo chiede: eravate voi, Cirano, ad amarmi così tanto? Vostre le lettere che m’hanno innamorata? Eravate voi ad amarmi?
No, mio caro amore, io non vi ho mai amata.
PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI, Via Nazionale, 183 − 00184 Roma
tel. botteghino: 06 4882114 | 06 48872222
COSTO DEI BIGLIETTI: posto unico: intero 15 euro – ridotto 10 euro
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