“Amore a mille… miglia” di Nanette Burnstein

L'amore ai tempi di Skype

New York: Garrett, da poco scaricato dalla ragazza, incontra Erin al bar e ci passa la notte insieme. Anche se tra breve lei, dopo aver finito uno stage, dovrà tornare a vivere a San Francisco, i due continuano a vedersi. E anche quando migliaia di chilometri li separano la storia tra i due prosegue. Con sms, Skype, sesso telefonico e voli low cost. Fino all’inevitabile lieto fine.

In una commedia di argomento amoroso capita di frequente che, verso la fine, uno dei protagonisti (generalmente lui) si presenti di sorpresa al cospetto dell’altro protagonista (cioè, quasi sempre lei), rivelando di aver finalmente compreso il grande amore che li lega. La sorpresa può risolversi in modi diversi.

C’è chi infrange le convenzioni: in Tra le nuvole George Clooney, suonando alla porta di Vera Farmiga per confessarle il suo amore, scopre che è sposata e ha dei figli. C’è chi finge di giocare con le convenzioni, senza però allontanarsene: Will Smith in Hitch quando, alla porta di Eva Mendes, trova un uomo pensa (e con lui, per un momento, anche il pubblico) che lei abbia un’altra relazione, ma poi scopre che si tratta del fratello e così la storia tra i due protagonisti può svilupparsi liberamente. E c’è chi sta dentro alle convenzioni: in Amore a mille… miglia lui le fa la sorpresa (organizza un incontro a un concerto) e, semplicemente, la sorpresa funziona.

D’accordo, anche la Hollywood classica rispettava le aspettative e quando un personaggio alla fine del film faceva una sorpresa questa funzionava. Ma in quei casi sceneggiatori e registi sapevano spesso creare un sottotesto che lasciava intravedere malinconie e problemi anche dietro il lieto fine. O, comunque, facevano in modo che questa sorpresa fosse l’apice di una significativa trasformazione del personaggio.

Il limite di Amore a mille… miglia sta nel fatto che i due protagonisti sono sostanzialmente anonimi e privi di identità. E, soprattutto, non hanno alcuna evoluzione. L’impedimento che ostacola il loro amore (la distanza geografica) rimane sempre “esterno” ai due protagonisti e non riesce mai a diventare il catalizzatore di dinamiche psicologiche “interne”, l’elemento rivelatore di dilemmi e conflitti che agitano dall’interno i protagonisti (e, con loro, il pubblico). Così, la risoluzione della storia arriva come una specie di Deus ex machina (all’improvviso Garrett diventa manager di una band e si trasferisce in California) e non attraverso un reale cambiamento dei protagonisti.

La sceneggiatura di Amore a mille… miglia avrebbe avuto bisogno di una revisione. Una revisione da affidare, per esempio, a Nick Hornby, che avrebbe messo un po’ di mordente nella descrizione della precarietà lavorativa e amorosa e nello sviluppo delle relazioni psicologiche tra Garrett e i suoi due amici (che rappresentano la sua parte infantile – la loro relazione è in fondo riconducibile a quella tra il protagonista di Alta fedeltà e i due colleghi del negozio di dischi) o tra Erin e la sorella (che rappresenta il richiamo dell’orologio biologico e dell’imperativo sociale alla “sistemazione”). Oppure a Jason Reitman (autore del citato Tra le nuvole), che vi avrebbe aggiunto un po’ di sano disincanto e avrebbe colorato i personaggi con un pizzico di complessità, se non di “doppiezza”. Oppure (non poniamoci limiti!) a qualche sceneggiatore delle screwball comedies degli anni ’30, capace di dare un po’ di sprint ai meccanismi comici, evitando che la comicità del film si esprimesse solo attraverso qualche sguaiata spiritosaggine (l’amico di Garrett che fa la cacca con la porta aperta, le manie per la pulizia della sorella di Erin) e nell’eccessiva caricaturizzazione dei personaggi di contorno.

Ma forse non è il caso di essere troppo esigenti. Non è più tempo di Cukor, Lubitsch e Colazione da Tiffany. E di fronte a certe inguardabili commedie romantiche sfornate dall’odierna Hollywood, Amore a mille… miglia fa, tutto sommato, la figura di un dignitoso e perlopiù gradevole passatempo.

Titolo originale: Going the distance
Nazione: Stati Uniti
Anno: 2010
Genere: Commedia
Durata: 100’
Regia: Nanette Burnstein
Cast: Drew Barrymore, Justin Long, Charlie Day, Jason Sudeikis, Christina Applegate, Ron Livingston, Oliver Jackson-Cohen, Jim Gaffigan, Natalie Morales, Kelli Garner, June Diane Raphael, Rob Rigale, Sarah Burns, Terry Beaver, Matt Servitto
Produzione: Offspring Entertainment
Distribuzione: Warner Bros. Picture Italia
Data di uscita: 3 settembre 2010 (cinema)
Sito ufficiale: http://going-the-distance.warnerbros.com/