“Ana alati tahmof azouhour ila gabriha (I am the one who brings flowers to her own grave)” di Hala Alabdalla, Ammar Al Berik

Un poetico documentario d'amore

Orizzonti
Un collage di immagini, interviste, facce, racconti, si susseguono in questo film-documentario girato tra la Siria e la Francia.

Un cammino che la regista Hala Alabdalla Yakoub compie insieme a quattro compagni di viaggio ognuno dei quali sente i bisogno di raccontarsi alla telecamera.
C’é l’artista impegnato politicamente che sfila accompagnato da alcuni suoi concittadini sotto la Torre Eiffel e che rivendiica diritti civili per i suoi conterranei siriani; la regista stessa confida il rapporto con il marito e le difficoltà incontrate in Siria durante l’adolescenza: la scuola, i primi amori falsi, la rigidità con la quale veniva educata da parte di una famiglia mussulmana.

Troviamo anche la commovente testimonianza di una donna che per circa due mesi fu tenuta segregata con la sorella nello scantinato di una casa. Erano entrambe molto piccole quando per un’inadempienza religiosa furono punite dal padre-padrone facendole mangiare pane e formaggio e bere acqua per circa due settimane.
Quando era bel tempo veniva concesso loro di prendere una boccata d’aria facendo quindici giri della casa prima di rifinire al buio.
L’incursione dell’autrice dentro una fabbrica di tabacco in Siria mostra proprio la contraddizione delle leggi che governano questo Paese, dove troviamo solo donne a lavorare e dove le stesse vengono tenute in condizione precarie sia d’igiene che di sicurezza da un capo fabbrica poco “umano”.

Immagini mosse, sfuocate, ma sincere e a tratti emozionanti dove traspare sì l’amore per la propria terra ma anche la ricerca di una verità dificile da trovare e da riprendere.
La verità su quale sia l’identità dello Stato Siria e dei suoi cittadini.

Un documentario girato in B/N dove in cui al rigore delle immagini si contrappongono dialoghi a volte vivaci a volte colorati come quando la nonna della regista si rivolge intimorita alla camera ammetendo di aver amato un’altra persona prima di sposarsi con quello che sarebbe diventato poi suo marito. Come se fosse una colpa….

Il titolo tradotto in italiano con “Io sono quella che ti porta i fiori sulla tomba” sono i versi di una poesia della poetessa siriana Aadef, morta suicida, la quale sostiene che la soluzione più adatta per la crescita socio-culturale di un Paese sia quella di proporre “più poesia” contro l’impoverimento dell’anima e di riflesso di un’intera nazione.

Titolo originale: Ana alati tahmol azouhour ila qabriha
Nazione: Siria, Francia
Anno: 2006
Genere: Documentario
Durata: 110′
Regia: Hala Alabdalla Yakoub

Cast: Fadia Ladkani, Rola Roukbi, Raghida Assaf
Produzione: Hala Alabdalla & Ammar Al Beik, Ramad Films, Les Films D’Ici

Data di uscita: Venezia 2006