Angiolo D’Andrea. La riscoperta di un maestro fra Simbolismo e Novecento

A pordenone la Grande Guerra, in val Sugana, nella trasfigurazione pittorica di D’Andrea

Angiolo D’Andrea si affaccia sul palcoscenico dell’arte novecentesca in un momento in cui la forte personalità artistica di Segantini mette in ombra i suoi contemporanei che senza quel confronto perdente avrebbero avuto ben altra risonanza e fama. Il lavoro dei critici e degli studiosi sta da qualche tempo cercando di fare spazio e dare rilievo a questi contemporanei meritevoli di attenzione critica e di rivalutazione. Fa parte di questa schiera D’Andrea il pittore friulano nato a Rauscedo in Friuli il 14 agosto1880, morendo a Rauscedo il 1942, dopo il lungo periodo a Milano.
Una grande mostra dei suoi lavori si è aperta a Pordenone sotto l’egida del dell’amministrazione comunale presso la Galleria d’Arte contemporanea “Armando Pizzinato” dal 10 aprile al 21 settembre 2014.

Vive nell’ombra la sua prima gioventù e le sue prime esperienze artistiche iniziando, al principio del secolo. Comincia lavorare come illustratore sulla rivista “ Arte italiana decorativa ed industriale” diretta da Camillo Boito fratello del più conosciuto Arrigo l’autore di musiche capaci di entusiasmare l’esigente popolo dei loggioni, attento ad ogni imperfezione o sbavatura. D’Andrea non riesce a sottrarsi all’influenza determinante dello stile di Segantini , l’indiscusso dominatore nella pittura di quel periodo. Si veda ad esempio il quadro “Gratia plena” E’ infatti innegabile che, senza una sua firma autografa e l’inserimento nel corpus delle sue opere, lo si sarebbe potuto assegnare a Segantini , non fosse che quest’ultimo, ben consapevole del proprio valore e del suo eccellere sui contemporanei, si premurasse di firmare chiaramente le sue opere risparmiando le esegesi dei futuri critici. Quando fu esposto il “Gratia plena” di dell’D’Andrea alla Biennale di Venezia nel 1922 fu giudicato affine, nelle forme e nella carica simbolica, al dipinto di Segantini “Le cattive madri”el 1896-7 che -secondo il critico Luciano Caramel – risente del clima delle Secessioni ribaltandone il significato : in Segantini di condanna delle lussuriose, in D’Andrea di esaltazione di Maria, appunto piena di Grazia.

La grande guerra lo vide soldato sul fronte della Valsugana da secoli dominio degli Asburgo e poi considerata terra irredenta da redimere. La religiosità autentica che scaldava la gente trentina nel gelo delle loro case fumose, faceva da collante fra le diverse anime di quei montanari solo in parte desiderosi di lasciare l’Austria e il loro amato e longevo imperatore per unirsi all’Italia da molti considerata un’entità estranea . D’andrea vive nella sua pittura questo dualismo ma sempre le sue opere di carattere religioso trasmettono la spiritualità immanente anche nella natura ,elevandola, novello Parmenide, al di sopra del contingente. E’ un’immanenza non eretica ma poetica e teologicamente accettabile. Poliedrico sperimentatore di tecniche nuove realizza i cartoni per le vetrate di Cernobbio armonizzandole con l’architettura da lui disegnata. Spazia dai fiori e le nature morte al nudo più suggerito che esplicitato nelle sue sfumature impressioniste e astratte. I bambini, di solito maltrattati dai pittori, che ne fanno un dei comprimari decorativi, sono da lui resi con grande poesia nelle loro cuffiette di pizzo che li accompagnavano dalla nascita fino ai quattro o cinque anni. Il corpo femminile straziato da uno Schiele che lo fa anoressico e tetro, viene da lui restituito alle sue femminili rotondità con realismo ma senza compiacenza.

Si cimenta nel mosaico trasferendolo poi in varie nature morte impressionistiche e realistiche a un tempo. Trasforma in una grande opera d’arte il caffè “ Camparino “ in galleria Vittorio Emanuele a Milano sperando di ispirare sentimenti artistici in quegli uomini tutti dediti a produrre ricchezza e accantonare denari.
Verso la fine della sua vita sente l’esigenza di una vita religiosa più regolare per prepara

Informazioni utili
Mostra Angiolo D’Andrea
10 aprile – 21 settembre 2014

martedì – sabato: 15.30 – 19.30
domenica: 10-13 / 15.30 – 19.30