Poteri magici, riti tribali, avvento del mercato e del capitalismo più nefasto. Guka Omarova arriva al Festival di Roma per presentare il suo “Baksy”, film di confine in un Kazakhistan in lotta con lo sviluppo.
I festival servono anche a dare visibilità a quei film che, tradizionalmente, non trovano spazio nei canali distributivi ufficiali. Native Dancer della regista Guka Omarova (coadiuvata nella sceneggiatura da Sergei Bodrov, presente alla scorsa Festa del Cinema di Roma con Mongol), sa bene che i suoi film – come il fortunato Schizo, che fece incetta di premi qualche anno fa – trovano la giusta collocazione proprio in quelle sale semidesertiche in cui cinefili e talent scout decidono molto spesso la vita o la morte di alcune pellicole. In questo caso, Native Dancer, non lascia molto spazio ai dubbi.
Un plot classico che riesuma la secolare battaglia fra tradizione e innovazione, gioca in questo caso un ruolo più che mai principale. Una sciamana guaritrice è costretta ad abbandonare la terra che ha visto rinascere, sotto i suoi poteri, migliaia di malati e poveri derelitti, per far spazio alla nuova malavita locale, pronta a tutto pur di investire in casinò e moderne speculazioni. Dopo la presunta morte della guaritrice, strani incidenti si abbattono sulla terra corrotta, dando luogo al rapimento di un bambino, e alla conseguente caccia da parte del padre: ex proprietario del terreno e devoto sostenitore della sciamana.
Non si capisce bene se il film della Omarova – decisamente affascinante quando mostra la faccia più “tradizionale” del Kazakhistan in via di sviluppo – pecchi di ingenuità o di presunzione, costringendo lo spettatore a un meltin’pot di generi che non rende giustizia agli intenti del film. Musiche da Buddha Bar e repentini cambi di registro, ciò che inevitabilmente salta fuori dagli “appena” ottantasette minuti di pellicola, è un contagio decisamente negativo dettato dalla cultura occidentale (dai gangster movie agli splatter tarantiniani), un contagio che relega la pellicola in un limbo indefinibile. Se proprio dobbiamo farne una questione di morale, allora Native Dancer ci insegna che non bisogna mai calpestare il vecchio per il nuovo e che la convivenza fra due culture, molto spesso, è la strada migliore per un futuro sostenibile. Ma questo, forse, lo sapevamo già prima di entrare in sala. L’unica a non saperlo, guarda caso, sembra essere proprio la sciamana. Peccato.
Titolo originale: Baksy
Nazione: Russia, Kazakhstan, Francia, Germania
Anno: 2008
Genere: Drammatico
Durata: 87′
Regia: Gulshat OmarovaCast: Neisipkul Omarbekova, Farkhad Amankulov, Almat Ayanov, Tolepbergen Baisakalov, Asel Abutova, Nurlan Alimzhanov, Toktar Beksenov, Sayat Merekenov, Oldzhas Nusupbayev
Produzione: Kazakhfilm National Company, Kinofabrika, Kinokompaniya CTB, Les Petites LumieresData di uscita: Roma 2008