“BOLT – UN EROE A QUATTRO ZAMPE” IN DVD E BLU RAY-DISC

La fantastica avventura di Bolt, Mittens e Rhino esce in DVD

Il simpatico lupacchiotto, grande successo Disney, approda in formato DVD e nella confezione speciale “Raddoppia la Magia” contenente Blu-ray DiscTM e DVD
Un film per tutta la famiglia, immagini ad alta definizione
e suono di qualità cinematografica saranno, insieme alle mille peripezie dei protagonisti, gli ingredienti vincenti per vivere un viaggio davvero indimenticabile, arricchito da numerosi contenuti speciali. Tra questi il corto inedito ‘Super Rhino’, dove il protagonista è il simpaticissimo criceto in sovrappeso che farebbe di tutto per aiutare Bolt, il suo attore preferito.

A Rhino simpaticissimo personaggio, che vive all’interno di una sfera di plastica ed è ossessionato dalla tv, è stato dedicato il brillante cortometraggio diretto da Nathan Greno e presente tra i contenuti speciali sia del DVD che del Blu-ray DiscTM. Nel divertente corto, infatti, Rhino sogna di essere finalmente l’eroe di un episodio del telefilm di cui Bolt e Penny sono i protagonisti. Nell’eroica dimensione onirica che avvolge tutto il filmato, Rhino può finalmente usare a sua volta i superpoteri per difendersi dagli attacchi del malvagio Dottor Calico.
Dopo il boom riscosso al box office mondiale, così come a quello italiano, e grazie alle nomination ai Golden Globe© e all’Oscar 2009 come Miglior Film d’Animazione, Bolt si appresta a diventare un nuovo successo Disney.

Lo spassoso viaggio di Bolt, stella del più famoso programma di Hollywood, dove è impegnato a salvare la sua amata padroncina Penny da una organizzazione criminale, alla vita reale, quando il caso lo porterà fuori dagli studi televisivi, conquisterà grandi e piccoli attraverso le mille avventure mozzafiato che lo riporteranno verso casa, non senza l’aiuto dei suoi buffi e fedeli amici. Oltre a Mittens, il gatto domestico esaurito e abbandonato, che accompagna Bolt attraverso tutte le sue avventure, l’altro eccentrico personaggio del film è il criceto Rhino, che insegna al protagonista quanto basti poco, in fondo, per essere eroi anche senza superpoteri.

Il protagonista del cartone ha come voce italiana quella dell’affascinante Raoul Bova, il quale ben esprime l’energia e il ritmo che caratterizzano il viaggio del prodigioso cane geneticamente modificato – è questa la parte che recita nella gettonatissima serie TV di cui è la stella protagonista – in giro per l’America: dagli Studios hollywoodiani alle strade newyorkesi, dalla finzione alla realtà, da un mondo fatto di superpoteri, fittizi, a uno fatto di amicizia e impagabile.. normalità.

Questo film, il secondo in computer graphic dopo I Robinson – Una Famiglia Spaziale, conferma da un lato l’alto livello produttivo e tecnico raggiunto nel rendere i personaggi il più possibile realistici, e dall’altro rimarca alcuni dei valori che da sempre distinguono la Walt Disney: dall’importanza della vera amicizia fino all’impagabile bellezza di una vita tranquilla – contrapposta all’affascinante, ma non sempre così felice, luce del successo e della popolarità. Anche la vita del cane comune, come ricorda la storia di Bolt, ha i suoi vantaggi… soprattutto quando si può contare su quei sinceri amici che dimostrano essere più forti di qualunque superpotere.

CURIOSITA’ SUL FILM

• L’aspetto del personaggio principale BOLT si ispira al pastore americano bianco.

• Durante la fase di produzione, tutti i membri del team che lavorava a Bolt hanno appeso le fotografie dei propri animali domestici nella “Production Pets Gallery”.

• Ci vogliono 4 o 5 mesi per la produzione di una sola scena (dal layout all’animazione alla fotografia), e una scena di Bolt dura in media 4 secondi!

• Mittens, il gatto randagio che conosce bene la vita di strada, all’inizio si chiamava Mr. Mittens, perché il suo padrone non si era mai preoccupato di capire se fosse una maschio o una femmina.

• Il film è composto da 28 sequenze, che includono 131.738 fotogrammi e 1.239 scene. In ogni momento sono attivi 110 terabyte di dati nel film.

• Per capire meglio i luoghi in cui avrebbero viaggiato Bolt e i suoi amici, il direttore artistico Paul Felix, il direttore della fotografia Adolph Lusinsky e gli altri hanno fatto le valige e sono partiti. Così hanno visitato New York, l’Ohio, il Kentucky e il West Virginia.

• Inizialmente il criceto Rhino doveva essere un topo. Durante il primo ritiro per lo sviluppo dell’idea del film, Rhino è stato trasformato in un criceto che gira dentro a una pallina di plastica.

• Questo viaggio creativo è iniziato con il desiderio di evocare lo stile pittorico dei grandi classici dell’animazione Disney e dei pittori americani della Ashcan School dei primi del Novecento, come Edward Hopper e George Bellows.

• La produzione ha un criceto di nome Doink! che è diventato uno dei membri più amati dello staff e che gli animatori usano come modello.

• Il regista Byron ha lavorato come capo dell’animazione del personaggio Cobra Bubbles di “Lilo & Stitch”.

Nel corso degli anni, dalla cuccia degli Animation Studios di Walt Disney sono usciti tanti campioni canini. Da Pluto a Pongo e Peggy, da Pippo a Lilli e il Vagabondo… perfino Stitch.

Dice John Lasseter: “BOLT è il tipo di film che mi piace realizzare, perché penso che si tratti di uno dei classici film Disney. Io ho una profonda ammirazione per Walt Disney, per la tradizione degli Studios, perché è da lì che vengo. Ho ricevuto la mia formazione dai famosi Nine Old Men di Walt Disney quando erano ormai verso la fine delle loro carriere. Adesso con la morte di Ollie Johnston ci hanno ormai lasciato tutti. Al loro posto ci siamo noi, noi abbiamo raccolto quell’eredità e questo è uno dei motivi per cui cerchiamo di formare sempre più nuovi talenti, per passare loro quel testimone che fu passato a noi”.

Doug Engalla, uno dei ricercatori dell’ARL, ha collaborato con il team di BOLT, di cui hanno fatto parte tra gli altri i registi Chris Williams e Byron Howard, il direttore artistico Paul Felix, il direttore della fotografia Adolph Lusinsky, il supervisore dell’animazione Doug Bennett, gli animatori-capo Wayne Unten e Renato Dos Anjos e come disegnatore principale dei personaggi Joe Moshier. Insieme hanno fatto ricerca e studiato i cani animati tradizionali, oltre a cercare di comprendere il più possibile gli sfondi e i movimenti degli animali in genere (infatti il cast di BOLT comprende anche gatti, piccioni e criceti). Tutto questo per disegnare i personaggi e i fondali sfruttando le più moderne tecnologie ma sempre con uno sguardo agli stili dell’animazione del secolo scorso, “quando i disegni dei film d’animazione avevano qualcosa di unico”, dice Engalla. Uno dei primi punti di riferimento ovviamente è stato Lilli e il Vagabondo (1955). Questo classico Disney, pur essendo stato realizzato ormai più di 50 anni fa, è ancora una pietra miliare nella difficile unione tra l’animazione del personaggio e l’animazione della realtà. Il capo dell’animazione Wayne Unten afferma: “Non vedrete mai Bolt fare cose “non da cane”, tipo indicare qualcosa o toccarsi il mento mentre pensa. Se guardate Lilli e il Vagabondo, vedete subito che è molto credibile, il cane è veramente un cane”.

Un altro dei dettami Disney seguito alla lettera viene spiegato da Doug Bennett, supervisore dell’animazione: “I personaggi animali non parlano mai quando sullo schermo appare un personaggio umano. Questa è la Regola Aurea di Disney”.
Questa verosimiglianza, cioè l’impressione che qualcosa sia vero e reale, era uno dei principi fondamentali di Walt Disney e dei suoi Nine Old Men, al punto che due di loro, Frank Thomas e Ollie Johnston, hanno scritto un libro dal titolo The Illusion of Life (L’illusione della vita). Nel mondo che viene creato, se un cane è un cane allora deve avere l’aspetto e le movenze di un cane. Doug Engalla spiega: “Così guardando Lilli e il Vagabondo e La Carica dei 101 o BOLT si capisce subito che è sono film Disney perché rispecchiano l’essenza dell’animazione Disney”.

Durante questo periodo e nelle visite all’ARL fatte nei mesi successivi, i realizzatori del film hanno studiato anche altri classici come Bambi (1942), per la sequenza della caccia con i cani e per l’anatomia generale dei quadrupedi, e La Carica dei 101 (1961), per lo studio dell’animazione e del movimento, oltre a vari cortometraggi come Pigs Is Pigs (1954), in cui ci sono dei porcellini d’India, che assomigliano ai criceti, e quelli con Paperino e Pluto per l’animazione e i fondali.

Il regista Byron Howard afferma perfino che lo studio può essere considerato in effetti un po’ come un canile: “Forse il motivo per cui la Disney ha così tanti cani tra i suoi personaggi è che in genere tutti noi umani abbiamo un grande feeling con questi animali. E nel rapporto tra i cani e i loro padroni c’è qualcosa di veramente genuino, i cani hanno una grande generosità e sono disposti praticamente a qualsiasi sacrificio pur di proteggere il padrone. Penso che dal punto di vista emotivo sia una base molto forte per la costruzione di una storia. Per questo abbiamo osservato gli altri cani della Disney per decidere come doveva essere Bolt”.

I realizzatori del film non volevano guardare al passato solo per trovare l’ispirazione, ma anche per far sì che Bolt appartenesse a una “razza nuova”. Il regista Chris Williams dice: “Volevamo essere certi che il nostro personaggio non fosse una copia di qualcosa che esisteva già, perché la cosa più importante era creare la giusta personalità per questo film e la giusta dinamica tra i personaggi. Facendosi le domande giuste, tipo quali sono le soluzioni che funzionano e come devono comportarsi tra loro Bolt, Mittens e Rhino, e contemporaneamente cercando sempre di andare avanti per migliorare il risultato ottenuto, penso che ad un certo punto emerga un personaggio completamente nuovo”.

Il team di Bolt non ha tratto ispirazione solo dal mondo dei cartoni animati: i loro disegni infatti sono stati influenzati anche dal mondo reale. Il trio della produzione cinematografica di John Lasseter crea una storia molto avvincente con dei personaggi di grande fascino e la ambienta in un mondo verosimile. È la verosimiglianza dei materiali, che si traduce nella regola secondo cui “i movimenti devono corrispondere all’aspetto” del personaggio. Ai realizzatori è stato richiesto di utilizzare al meglio le immagini degli animali come punto di riferimento, per questo un importante professore di biologia presso la California State University (San Bernardino) ha tenuto diverse lezioni per tutto il gruppo sulle meccaniche e la struttura delle ossa e dei muscoli degli animali, sul loro comportamento e linguaggio corporeo. Inoltre sono stati portati negli studi dei cani veri e sono stati proiettati dei filmati sui cani. Il professore è anche ritornato per verificare come i suoi insegnamenti fossero stati applicati all’animazione che stava nascendo. In pratica, i realizzatori hanno iniziato con il normale comportamento canino di Bolt per poi aggiungere i superpoteri.

Nelle prime fasi Bolt assomigliava vagamente ad un pastore americano bianco (una versione completamente bianca del cugino tedesco dal mantello più colorato), un cane molto sicuro di sé. Ma il personaggio di Bolt ha anche un tocco di ingenuità, per questo la silhouette, la forma, le proporzioni e gli atteggiamenti dell’animale sono stati interpretati con una certa libertà, dando vita ad una personalità unica. Le lunghe orecchie tipiche della specie sono state mantenute perché secondo gli animatori potevano costituire un ottimo espediente per esprimere fisicamente le emozioni di Bolt.

Ma come dice la teoria di Darwin, gli animali si evolvono: allora perché non scegliere un cane generato al computer? Secondo il capo dell’animazione Doug Bennett: “Ad un certo punto pensavamo di avere realizzato il disegno giusto di Bolt, quindi abbiamo animato un paio di sequenze, ma ci siamo presto resi conto il risultato avrebbe potuto essere molto più entusiasmante. Al personaggio mancava ancora qualcosa… Quindi abbiamo deciso di fermarci a riflettere per capire come potevamo migliorarlo. Abbiamo osservato molto il lavoro che era stato fatto con Lilli e il vagabondo: come erano state disegnate le sopracciglia, come si muovevano i musi, in che modo le orecchie ricadevano sul muso, cose del genere. Il rapporto tra gli occhi e il resto del muso. Si trattava di dare al personaggio quel certo “non so che” che è estremamente difficile da descrivere, ma si capisce subito se un personaggio ce l’ha o meno. Wayne Unten ha passato il Natale lavorando proprio su questo punto”.

“Si, però è stato divertente, davvero”, risponde Unten. Clay Katis, capo dell’animazione del criceto Rhino, aggiunge: “Abbiamo modificato la forma del muso, il colore del mantello, il colore e la forma delle labbra, ingrandito e arrotondato gli occhi: una grande quantità di dettagli che probabilmente nessuno avrebbe notato ma che, tutti insieme, hanno fatto la differenza. Quando alla fine abbiamo confrontato la versione vecchia di Bolt con quella nuova siamo rimasti veramente sorpresi da tutti i particolari che non avevamo saputo vedere subito.

Per questo Bolt è un eccellente esempio di cane moderno, realizzato con la computer grafica, ma con le zampe posteriori ben salde sul terreno dell’eredità dei grandi cani Disney. Wayne Unten conclude: “Per quanto riguarda la tecnologia, per Bolt abbiamo utilizzato i programmi esistenti. È l’aspetto artistico che ne fa un personaggio assolutamente unico”.