“BORDERTOWN” di Gregory Nava

Concorso
Regista, sceneggiatore e produttore, Gregory Nava intesse una storia di violenze e soprusi nella “città di confine” tra Messico e Stati Uniti. Patrocinato da Amnesty International, la più tenace organizzazione per la difesa dei diritti umani, il film punta in alto: nel cast si leggono i nomi di Jennifer Lopez, Antonio Banderas, Martin Sheen e Maya Zapata, giovane e molto apprezzata attrice messicana.

Juárez, Messico: terribilmente attuale e inaccettabile. Una “bordertown” dove migliaia di persone inseguono il sogno di un lavoro e di una vita nuova, di una possibile via di passaggio per gli Stati Uniti, ma in risposta trovano solo un incubo, senza fine e senza ascolto. Un mondo fatto di povere, di quartieri a luci rosse e di bidonville che estendono per chilometri e chilometri le loro baracche sporche e tremolanti; un mondo dove è permesso tutto, davanti agli occhi di tutti. In questa triste scenografia Nava fa muovere i suoi personaggi: una giornalista in carriera che nasconde un segreto sepolto nei ricordi limpidi di un passato che ha sempre cercato di cancellare; una giovane donna, vittima di violenze sessuali, che vende il suo lavoro e tutto il suo tempo in quelle enormi fabbriche senza speranza; e il direttore del giornale di Juárez, che lotta, fino alla morte, per dar voce a tutte le femminilità violate e sotterrate nel silenzio dalle stesse autorità locali.

Bordertown intreccia queste tre vicende con un’attualità scottante e ai nostri occhi ancora lontana. Assumendo pian piano tutti gli stilemi di un thriller politico, la pellicola si pone come portavoce delle brutali e inspiegabili torture che in quella terra sono all’ordine del giorno. È un film che sa ispirarsi con coraggio a fatti autentici, che graffia nei contenuti e provoca dolore, ma a tratti si perde nella banalità di una sceneggiatura che, nel finale, diventa patetica e addirittura scontata, svelando una forzatura troppo marcata negli intrecci.

Gli attori cercano di dare il meglio: Martin Sheen sempre impeccabile, Banderas e Maya Zapata convincono – un po’ meno la Lopez, forse ancora troppo concentrata su se stessa – malgrado tutto sempre belli e truccatissimi gli ultimi tre, resi ancora più affascinati dalla fotografia calda e pastosa di Reynaldo Villalobos che, in alcuni punti, diventa eccessivamente “cinematografica” e non rende giustizia a tutta la miseria e l’abbandono di quei paesaggi. La tensione però viene fuori e va ad accrescere nello spettatore la paura di fronte ad una folle “cultura dell’omicidio” che spiega da sola le ragioni di tutto il film. Se stona in certe riprese la performance da eroina indistruttibile della Lopez, che neanche il dolore per la morte di un amico sembra toccare, la musica gioca la sua parte e diventa protagonista; non poteva che essere trascinante e ricca di momenti di suspance, fino a trasformarsi in dolore nei brani colorati dalla voce della messicana Lila Downs, che innalza il suo canto come metafora e trasposizione del grido senza voce di tutte le donne di Juárez.

Titolo originale: Bordertown
Regia: Gregory Nava
Nazione: U.S.A., Messico
Anno: 2005
Genere: Drammatico, Thriller

Cast: Jennifer Lopez, Antonio Banderas, John Norman, Kate del Castillo, Irineo Alvarez, Juan Diego Botto, Sonia Braga
Produzione: Mobius Entertainment Ltd., Mosaic Media Group, El Norte Productions
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: 23 Marzo 2007 (cinema)