Dopo le osannate tre stagioni, andate in onda con enorme successo di pubblico e critica su SKY, sbarca sul grande schermo una delle serie più amate dal giovane precariato del mondo dello spettacolo. Quasi due ore di comicità che raccontano l’Odissea della rodata Troupe de “Gli occhi del cuore”, alle prese con un delicato film di denuncia sociale.
“Dopo la televisione c’è il cinema, dopo il cinema c’è la radio, dopo la radio c’è la morte”. E’ questa la gerarchia che Diego Lopez, delegato di rete senza scrupoli, intima a un allarmato René Ferretti dopo essere stato “retrocesso” (sic!) dalle fiction alle stanze del cinema nazionalpopolare. La situazione è tragicacomica. Nell’ennesima puntata dell’ennesima fiction malriuscita, René Ferretti si ritrova a dover girare una scena a dir poco agghiacciante: un giovane Joseph Ratzinger corre felice in un prato verde dopo aver scoperto il vaccino per la poliomelite. Il tutto – per rendere la scena ancora più commuovente agli occhi dei passivissimi telespettatori – girato con un bel ralenti. E come se ciò non bastasse, nei panni del futuro pontefice c’è niente meno che l’attore cane Stanis. Ferretti, devastato da tanta mediocrità, decide di abbandonare definitivamente il set, chiudendosi dentro casa a meditare sul fallimento delle sue velleità artistiche. L’occasione del riscatto arriva sei mesi dopo, quando nelle stanze che contano, si concretizzano le speranze di portare sullo schermo un film di denuncia sociale sul malaffare della politica italiana. E sarà proprio René ad essere chiamato dalla produzione per assolvere a questo delicatissimo compito. L’occasione di una vita è finalmente arrivata, ciak si gira.
Si ride di gusto con questo Boris (soprattutto nella prima parte) e non si fa fatica ad immedesimarsi nelle scene più “pensate”, quelle che rimandano a una fotografia piuttosto realistica del nostro tempo, con cinepanettoni in agguato dietro ogni angolo, con volgari tormentoni dati in pasto al pubblico più smaliziato, dove anche le menti più illuminate pagano dazio al consumismo e al benessere, pur di restare sul pezzo. Chi come Arianna (segretaria tuttofare interpretata da Caterina Guzzanti) decide di non stare al gioco, si ritira a vita quasi privata aprendo un ristorante, unica àncora di salvezza per un paese paralizzato come l’Italia. Il bello di Boris è l’assoluta mancanza di retorica nel gestire gli stereotipi più comuni (e dunque più veri) che affliggono le oliate strutture del mondo dello spettacolo. Un microcosmo fatto ad uso e consumo della politica più bieca, dove a recitare al fianco delle “cagne maledette” protette dall’onorevole di turno, ci sono attori pseudodepressi pronti a tutto per un primo piano e stagisti giovani carini e disoccupati che sono gli unici a mantenere una sorta di rispetto per l’arte del cinema.
Il girato – più di tre ore – è stato ridotto a meno di due per dare al film più ritmo, pur cedendo verso la fine a una sorta di accelerazione del narrato che nuoce al film e alle risate. Inutile aggiungere altro, Boris è già un’icona, e ciò che ne vien fuori è il risultato di un passaparola che nel giro di tre stagioni ha reso una piccola serie senza troppe pretese (forse) in una macchina campione di incassi e di battute che sono già un cult agli occhi innamorati dei suoi spettatori.
Boris il film
Titolo originale: Boris il film
Nazione: Italia
Anno: 2011
Genere: Commedia
Durata: 108′
Regia: Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo
Sito ufficiale: borisilfilm.libero.it
social network: facebook
Cast: Luca Amorosino, Valerio Aprea, Ninni Bruschetta, Paolo Calabresi, Antonio Catania, Carolina Crescentini, Massimo De Lorenzo, Carlo De Ruggeri, Alberto Di Stasio, Roberta Fiorentini, Caterina Guzzanti, Francesco Pannofino, Andrea Sartoretti, Pietro Sermonti, Alessandro Tiberi, Giorgio Tirabassi
Produzione: Wildside
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 01 Aprile 2011 (cinema)
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Le immagini della conferenza stampa di presentazione di “Boris – Il Film” a Roma.
_ Foto a cura di Ilaria Romano Copyright © NonSoloCinema.com – Ilaria Romano