Emerge dalle nebbie delle sue terre di origine per occupare il proscenio e farsi conoscere dopo secoli di ingiusto oblio, il rodigino Mattia Bortoloni. E’ lui infatti il principale protagonista della mostra allestita a Palazzo Roverella a Rovigo dal titolo “ Bortoloni Tiepolo Piazzetta- Il ‘700 veneziano” visitabile fino al 13 giugno.
Bortoloni, come tanti altri artisti oggi considerati minori, ha avuto il torto di nascere e operare in un secolo e in una terra dominata dalla forte personalità e dal talento di artisti quali Tiepolo e Piazzetta Sebastiano Ricci che hanno finito col metterlo sullo sfondo arrivando poi ,i critici, ad attribuire a uno di essi opere eccellenti riconosciute finalmente ora come opere non firmate del rodogino. La mostra di Palazzo Roverella oltre a restituirgli il prestigio che merita gli rende giustizia postuma facendo dei grandi artisti veneti che lo hanno prevaricato in vita, dei comprimari presenti con opere accostate in base a prove documentali e ad analisi critiche a quelle del Bortoloni che in questo contesto è l’attore principale.
Nato a Canda di Rovigo nel 1696 e morto a Bergamo nel 1750, Mattia Bortoloni ebbe come maestri Antonio Balestra e Giovan Battista Pittoni. Derivò da questi maestri la sua predilezione per una pittura scenografica . Influenzato anche dai modi veneziani creò poi un proprio stile orientato verso una struttura roccaille che verrà ampliamente sviluppata nel corso del settecento con il nome di rococò.
E’ pittore dai grandi numeri e dalle opere imponenti per dimensioni e difficile collocazione, come l’affresco più esteso mai realizzato, atto a decorare la cupola elittica ( anch’essa da primato, essendo la più grande al mondo) nel Santuario di Vicoforte in Piemonte. In collaborazione col Tiepolo ha poi affrescato numerose ville nel veneziano ,gli interni di villa Cornaro, il soffitto della sala del sindaco a Cà Farsetti, oltre a numerose chiese, dividendo la sua attività fra Veneto e Lombardia.
L’esposizione offre una selezione di opere del Bortoloni messe a confronto critico con una trentina di opere del Tiepolo, del Piazzetta, dei Ricci. del Pellegrini, oltre a tele dei suoi maestri Balestra e Pittoni. Si tratta , per lo più, di soggetti mitologici ,raffigurazione di natività e di Santi. Opere non casuali, ma finalizzate ad un confronto critico con quelle di Bortoloni, orgogliose di uscire alla pari in questa sfida estetica ove a risultare vincitrice è solo l’arte.
In contemporanea con l’inaugurazione a Palazzo Roverella, si è aperta a Villa Badoer la mostra “ Il ‘700 da tavola in casa Palladio” Rari esemplari di vasellame da tavola in porcellana e maiolica finemente dipinta , fra cui pezzi del servizio” tulipano verde” faranno mostra di sé nei magnifici saloni affrescati, accanto a oggetti unici di uso quotidiano.
E’ un’occasione imperdibile per vedere e ammirare questi straordinari pezzi di epoca settecentesca e sostare in una delle più belle ville palladiane del Veneto.