Dopo due anni di sopravvivenza, Dahlia.tv affoga sommerso dalle mille proposte della televisione digitale. Era cosa già nota da tempo, che la piattaforma Dahlia fosse in fin di vita e la ricerca di finanziamenti in questi ultimi due mesi non sono bastati per rianimare un paziente privo delle risorse adeguate per campare quantomeno fino alla conclusione del campionato di calcio.
Tuttavia, la fine di Dahlia si è tristemente ufficializzata il 25 Febbraio, dopo la decisione della ricapitalizzazione della compagnia svedese Air Plus, dovuta ai risultati negativi della campagna abbonamenti (300.000 contro i 350.000 per pareggiare i debiti). Quelli che pagheranno le maggiori conseguenze della sua scomparsa sono: in primis, i 150 dipendenti tra collaboratori e giornalisti che verranno licenziati; nel secondo caso, i tifosi beffati di Cagliari, Catania, Cesena, Chievo, Lecce, Parma, Sampdoria e Udinese, i quali hanno firmato un abbonamento annuale con Dahlia per poter vedere le partite della propria squadra.
A questo punto i diritti televisivi delle otto squadre dovranno cambiare piattaforma: il presidente Mediaset, Fedele Confalonieri, inizia già sfregarsi le mani, incrementando così ancor più il monopolio televisivo di Silvio Berlusconi. Il principale motivo del fallimento del progetto sta nel ristretto target commerciale a cui la società mirava, ovvero un pubblico maschile abbastanza giovane (ma obbligatoriamente maggiorenne), con contenuti che spaziavano dallo sport, con riguardo speciale al calcio e sport estremi, all’intrattenimento proponendo concerti, documentari e contenuti per adulti.
Tutto questo composto da 16 canali e, tolti i 5 attivi solo per le partite di Serie A, ne rimangono pochi. Troppo pochi per essere minimamente paragonabile ad altri servizi pay per view. Probabilmente qualcosa di buono è stato fatto dalla piattaforma, proponendo molte novità, ma niente di adatto ad un grande pubblico, e provocando uno squilibrio tra un forte investimento pubblicitario ed un irrisorio incasso. In conclusione Dahlia.tv è l’ennesima piattaforma televisiva che se ne va e, trovata una “sistemazione” per le squadre di calcio, non si sentirà molto a lungo la sua mancanza.