“Baciami ancora” di Gabriele Muccino

Non bastava "Beautiful"?

Quante cose succedono in Baciami ancora! A Stefano Accorsi manca qualche milione di globuli rossi ma poi li ritrova (era solo lo stress), Pierfrancesco Favino scopre di avere gli spermatozoi lenti, Giorgio Pasotti sembra rapito da crisi mistica ma poi incontra Valeria Bruni Tedeschi in trattoria e se ne dimentica, Claudio Santamaria fa la roulette russa con una foga che neanche Robert De Niro e Christopher Walken, Marco Cocci continua a cambiare donna ogni sera e alla fine parte per un Brasile da cartolina. Giovanna Mezzogiorno e Stefania Sandrelli – buon per loro – avevano di meglio da fare che partecipare a questa furba (o forse è meglio dire cinica?) operazione commerciale.

Prima che un film Baciami ancora è, per l’appunto, un prodotto industriale. Basta vedere il product placement. Siamo uomini di mondo e non ci scandalizziamo tanto facilmente, ma l’insistenza con cui questo film pubblicizza probiotici, agenzie immobiliari, compagnie telefoniche e produttori di borse ci pare raggiunga vertici di spudoratezza inediti.

Prodotto industriale, e allora? Qualcuno obbietterà che i film hollywoodiani lo sono da sempre eppure, da sempre, riescono a farci sognare, piangere, pensare, emozionare. È verissimo, ma il fatto è che a Hollywood una sceneggiatura come questa – lunghissima (centotrentanove, interminabili, minuti), ridondante e sfilacciata – l’avrebbero fatta riscrivere almeno un altro paio di volte prima di approvarla.

Il grosso problema di Baciami ancora non sta tanto nei personaggi macchiettistici (Cocci l’alternativo, Favino il fascio, ecc.) o nelle situazioni da soap opera che non si sa mai se debbano essere prese per comiche o per drammatiche (certi momenti con Favino e la moglie sono stracult). Il grosso problema di Baciami ancora è che è girato in modo fiacco. Mentre nei precedenti film di Muccino, anche chi (e noi eravamo tra questi) non apprezzava la costruzione (troppo superficiale) dei caratteri, la qualità dei dialoghi o le velleitarie ambizioni sociologiche non poteva negare l’abilità tecnica e l’inventiva visiva del regista: pescando qua e là qualche esempio, si può ricordare il ritmo del montaggio alternato della sequenza (Come te nessuno mai) in cui Silvio Muccino torna a casa a prendere il sacco a pelo mentre a scuola si diffondono le voci sul suo bacio con una ragazza, oppure la bellezza dei movimenti di macchina nella sequenza del matrimonio ne L’ultimo bacio.

Baciami ancora, invece, è molto televisivo (nel senso negativo del termine): tanti primi piani, soluzioni di montaggio scontate e ripetitive. Qualche volta, in certe situazioni particolarmente tese (come i dialoghi tra Pasotti e la Impacciatore, ad esempio) viene usata la camera a mano, ma non è certo il caso di scomodare Cassavetes: ormai son cose che si vedono anche in Un posto al sole e Agrodolce. Verrebbe quasi da pensare – e questo rientrerebbe nella logica di un prodotto industriale, che risponde non tanto all’espressione di un autore quanto a un disegno economico – che Muccino (magari con la testa già in qualche nuovo progetto americano?) abbia delegato molte sequenze all’aiuto regista.

Le vicende del film sono accompagnate dalla voce over di Stefano Accorsi che dispensa pillole di saggezza: “E’ nella mancanza di cura per le cose più semplici che commettiamo gli errori più grandi” e cose del genere. Perché – è chiaro – tutte le cose che succedono nel film vogliono metterci di fronte alle grandi questioni della vita. Niente meno. Il film vorrebbe assomigliare alla vita, ma assomiglia piuttosto a una soap opera (chissà che non lo diventi davvero… – intanto il finale sembra minacciare futuri sequel con i protagonisti cinquantenni, sessantenni e così via). In fondo, la vita, le soap opera e i capolavori del cinema sono tutti fatti della stessa materia (anche se organizzata diversamente…).

A Gabriele Muccino, ormai affermato regista hollywoodiano, non siamo certo nella posizione di poter dare dei consigli. Vorremmo però dirgli che, quando torna in Italia, non basta infarcire i dialoghi di “cazzo” per farli sembrare “veri” e non basta far respirare affannosamente i suoi interpreti per rendere le scene intense e drammatiche. Ai potenziali spettatori, il consiglio che ci sentiamo di dare è invece questo: se qualcuno vi invita a vedere questo film, fate una controproposta. Invitatelo/a a casa vostra, preparate una buona bottiglia di vino e noleggiate qualche vecchio film di Sautet o di Lelouch: parlano più o meno delle stesse cose di Baciami ancora (amore, corna, amicizia, con la morte che aleggia in sottofondo), ma lì si ride, si piange e si riflette per davvero.

Titolo originale: Baciami ancora
Nazione: Italia-Francia
Anno: 2009
Genere: Commedia, drammatico
Durata: 139’
Regia: Gabriele Muccino
Cast: Stefano Accorsi, Vittoria Puccini, Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, Giorgio Casotti, Marco Cocci, Sabrina Impacciatore, Daniela Piazza, Primo Reggiani, Adriano Giannini, Valeria Bruni Tedeschi
Produzione: Fandango in co-produzione con Mars Films
Distribuzione: Medusa distribuzione
Data di uscita: 29 Gennaio 2010 (cinema)