Ballata di uomini e cani

Al Teatro Storchi di Modena, quattro giorni con Marco Paolini e il suo omaggio a Jack London.

Quarto titolo della stagione teatrale 2015/2016 del Teatro Storchi di Modena, recentemente nominato Teatro Nazionale, “Ballata di uomini e cani” di e con Marco Paolini è rimasto per quattro giorni in sala (dal 21 al 24 gennaio 2016), infiammando il pubblico emiliano. Si sa, Paolini ha il suo di pubblico: dal Piemonte al Veneto, sua terra natia, migliaia di persone lo seguono con passione, facendo registrare ogni volta al botteghino dati record per la prosa italiana. E così è stato anche per Modena, dove si sono superati nei quattro giorni i 2.700 spettatori. Ma il Paolini di “Ballata di uomini e cani” non è quello civile cui ci ha abituati, quello del Vajont, per intenderci. È un Paolini d’avventura, un attore che sente il bisogno di scucirsi di dosso l’etichetta di portavoce del popolo per affrontare nuove sfide. Con le musiche eseguite da Lorenzo Monguzzi e Angelo Baselli e la partecipazione straordinaria di Roberto Abbiati, che in questa terza stagione di tournée sostituisce Gianluca Casadei (tornato ad affiancare Ascanio Celestini), lo spettacolo è un tributo a Jack London, autore al quale Paolini deve il suo immaginario di ragazzo. Ma più che indagare il London scrittore per ragazzi, lo spettacolo intende rendere omaggio al testimone di parte, l’autore vagabondo, socialista e antidemocratico che si schiera, si compromette, si contraddice e critica in modo spietato la società (tardo ottocentesca) in cui è immerso. Partire dai tre racconti (“Macchia”, “Bastardo” e “Preparare un fuoco”) in realtà è solo un pre-testo per costruire nuove storie, storie che per diventare “teatro”– giocoforza – non possono essere solo parlate, ma declamate ritmicamente, oltre che magistralmente recitate. Ne viene fuori un monologo bellissimo, avventuroso, scandito e intervallato dalla musica di Monguzzi e Baselli che porta subito lo spettatore ad atmosfere country evocanti il freddo dell’Alaska, del Klondike, il mondo dei cercatori d’oro e, soprattutto, dei cani da slitta. Sono loro infatti i veri protagonisti della narrazione (e dell’agnizione finale), quelli che ne escono meglio. Mentre l’uomo, inconsapevole spettatore tanto quanto il pubblico, si rivela in tutta la sua inettitudine e, spesso, crudeltà. Quello a cui ci invita Paolini è, in sostanza, un cambiamento di prospettiva, di punto di vista (esplicito il riferimento al dramma dell’immigrazione anche nella canzone finale di Monguzzi usata come bis), ed essere un po’ come London: non assopiti spettatori di ciò che ci viene propinato dalla società, ma attori protagonisti, arguti critici del nostro tempo e delle sue convenzioni.

CREDITI:
BALLATA DI UOMINI E CANI
_ dedicata a Jack London
di e con Marco Paolini
_ musiche eseguite da Lorenzo Monguzzi e Angelo Baselli
_ con la partecipazione straordinaria di Roberto Abbiati
_ consulenza e concertazione musicale Stefano Nanni
_ animazione video di Simone Massi
_ produzione Jolefilm
Visto al Teatro Storchi di Modena domenica 24 gennaio 2016.