Per gli spettatori che si fossero recati al cinema convinti di ritrovare Bambi diventato adulto, è necessaria una puntualizzazione: non siamo davanti propriamente ad un seguito della celebre e apprezzata vicenda del tenero cerbiatto, ma nemmeno ad un ostentato tentativo di tornare “alle origini” di essa, bensì ad una nuova avventura che trova il proprio punto di partenza in una circostanza specifica della pellicola precedente.
La madre di Bambi è stata uccisa da un gruppo di cacciatori, così il cucciolo si mette alla ricerca del padre, il Grande Principe della foresta, il quale è piuttosto scettico sul fatto che cimentarsi in quel ruolo sia realmente nella natura di un re; il consiglio sull’atteggiamento da adottare verrà al Principe dall’Amico Gufo, che lo persuaderà non a trovare una cerva che faccia da madre al cucciolo, ma a tenerlo con sé fino all’arrivo della primavera.
Per il cerbiatto comincia un percorso in cui l’obbiettivo è cercare di mostrarsi all’altezza, nonostante il desiderio di giocare e di divertirsi ancora. La pellicola mira ad approfondire il rapporto padre-figlio, pur rispettando lo spirito e l’essenza dei personaggi originali, evitando una banale copiatura ma cercando invece di delineare una nuova esperienza narrativa e visiva al tempo stesso; ma all’arrivo della primavera, al momento di separarsi per raggiungere la madre adottiva, un’altra prova attenderà il piccolo Bambi.
Il film è vivace, in linea con la fisionomia dei personaggi delineata dal celebre Tyrus Wang nel 1942, abile nel coniugare la raffinatezza dei toni e l’intensità del percorso esistenziale del cerbiatto. Per verificare il dato, la Disney ha inoltre previsto per il 23 febbraio l’uscita del dvd restaurato della pellicola del 1939, un progetto valutabile in 9600 ore di lavoro, ispirato al libro Bambi di Felix Salten datato 1935.
Brian Pimental firma la regia di un’operazione che troverebbe assolutamente in se stessa la propria ragion d’essere anche senza la presenza del primo Bambi: la sceneggiatura è affidata ad Alicia Kirk, la produzione a Jim Ballantine, Jeffrey Moznett e Dave Okey. Il recupero di alcuni “stilemi” caratteristici delle produzioni Disney (soprattutto di quelle “storiche”) rientra in una scelta operativa che ambisce a proporre la vicenda senza soffrire di stagnanti contaminazioni scontate e prevedibili anche per il pubblico meno adulto.
Tale prospettiva lascia supporre che l’intento non sia stato semplicemente quello di rivolgersi al pubblico dei più piccoli ma, in continuità con il percorso che negli ultimi anni caratterizza del resto la maggior parte dei film d’animazione, al pubblico adulto.
La foresta dei sogni, non quella che si vede nella realtà – come sosteneva Walt Disney – era il luogo che ospitava non solo le avventure di Bambi, ma, più in generale, le vicende dei personaggi che hanno reso queste fiabe compagne di viaggio di intere generazioni: vedendo il film si scopre che quel luogo è ancora in grado di stupirci e di farci emozionare.
itolo originale: Bambi II
Nazione: U.S.A.
Anno: 2006
Genere: Animazione
Durata: 72′
Regia: Brian Pimental
Sito ufficiale: www.disney.go.com/bambi2
Sito italiano: www.bambi2.itProduzione: DisneyToon Studios
Distribuzione: Buena Vista
Data di uscita: 03 Febbraio 2006