The Flowers of War è l’esempio eclatante di come un film possa essere assoggettato al canonico, al logoro, al superfluo e a quel “già” che può esser accompagnato da participi varii: “già visto”, “già detto”, “già digerito”, etc etc. Così il colossal di Yimou sull’assedio di Nanjing perde completamente di vista il focus sul suo centro gravitazionale e barcolla indeciso sui contorni e su quegli aspetti più appariscenti e brutali anche (e soprattutto) che non aggiungono nulla e non reggono il confronto con pellicole che hanno saputo farne virtù.
La storia è semplice, e anche per questo interessante. Il becchino americano John Miller (un Christian Bale non particolarmente nel personaggio) si trova incastrato dall’assedio giapponese alla città cinese di Nanchino, precluse le vie di fuga si fingerà prete per sopravvivere e per aiutare un piccolo gruppo di collegiali a sfuggire al massacro. Peccato che la metamorfosi del protagonista avvenga troppo repentinamente (e stiamo parlando di un film che dura due ore e mezza) e artificiosamente, quasi fosse frutto d’un gioco. Peccato che la vita del microcosmo nato dalla forzata convivenza di Miller, delle collegiali e di un gruppo di prostitute non riesca ad essere rappresentato da tinte più definite e variegate, ma si appiattisca su una trama che deve procedere incessantemente.
Peccato perché ci troviamo chiaramente davanti ad un film che avrebbe del potenziale non sviluppato adeguatamente: The Flowers of War sembra stare sulla cima d’una polveriera piena di emozioni e dolori, ma che non riesce a deflagare. Tra una suspence a tratti palpabile e una sceneggiatura sempre prevedibile, spicca sopra a tutto la fotografia di Zhao Xiaoding che, tra contrasti cromatici ed elaborati giochi di luce, sembra riuscire a cogliere la portata caleidoscopica del dramma rappresentato con più sottigliezza dello stesso regista.
Pur non avvicinandosi ai livelli di bruttura e stereotipazione già visti nel colosso taiwanese Seediq Bale (2011), prodotto da John Woo, anche The Flowers of War si perde in una retorica da film per le masse al modo del pessimo war movie spielberghiano Salvate il soldato Ryan (il più prossimo termine di paragone per questo film) rispetto al quale però si distingue grazie a una serie di interessanti soluzioni visive che sbocciano a tratti in una poetica dei colori, questi tra i rari momenti in cui il talento di Zhang Yimou esplode e si mette in mostra in pieno, ma che poteva essere sviluppata a discapito di linee di trama più scontate.
Titolo originale: Jin líng Shi San Chai
Nazione: Cina
Anno: 2011
Genere: Drammatico
Durata: 141′
Regia: Zhang Yimou
Sito ufficiale: www.theflowersofwarthemovie.com
Cast: Christian Bale, Paul Schneider, Ni Ni, Tong Dawei, Zhang Xinyi, Atsuro Watabe, Tianyuan Huang, Shigeo Kobayashi, Shawn Dou, Bai Xue, Kefan Cao
Produzione: Beijing New Picture Film Co., EDKO Film, New Picture Company
Distribuzione:
Data di uscita: Berlino 2012